Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Tar del Lazio: illegittimo imporre alimentazione e idratazione forzata
Il Tar del Lazio il 12 settembre ha depositato la sentenza n. 8650/09, che ha annullato un'ordinanza del 16 dicembre 2008 con cui il ministro Sacconi, per impedire l'attuazione delle volontà di Eluana Englaro, imponeva alle strutture sanitarie pubbliche e private di "garantire sempre la nutrizione e l’alimentazione nei confronti delle persone in Stato Vegetativo Persistente e quindi anche contro la volontà espressa in senso contrario". Il Tar ha accolto il ricorso promosso dal Movimento di difesa dei cittadini perché quanto imposto per via amministrativa dal Ministro della Salute, è in contrasto col «diritto di rango costituzionale quale è quello della libertà personale che l’art. 13 (della Costituzione -ndr.) qualifica come inviolabile ». Un diritto inalienabile, ribadisce la sentenza, da esercitare anche con dichiarazione anticipata delle proprie volontà: «I pazienti in stato vegetativo permanente, che non sono in grado di esprimere la propria volontà sulle cure loro praticate o da praticare e non devono in ogni caso essere discriminati rispetto agli altri pazienti in grado di esprimere il proprio consenso, possono, nel caso in cui loro volontà sia stata ricostruita, evitare la pratica di determinate cure mediche nei loro confronti». Gianluigi Pellegrino, l'avvocato che ha curato il ricorso contro l'ordinanza Sacconi, ha detto: «Si tratta di una decisione estremamente importante. Il TAR infatti è giunto a individuare la giurisdizione del giudice ordinario proprio dopo aver sottolineato il carattere costituzionale e incomprimibile del diritto di scelta che ogni individuo ha con riferimento a qualsivoglia pratica e intervento che debba avvenire sul suo corpo». Questa sentenza boccia quindi anche il progetto di legge Calabrò sul testamento biologico -passato al Senato e di prossima discussione alla Camera- e ne evidenzia (ammesso che ce ne fosse ulteriormente bisogno) il tentativo di aggirare l'art. 32 della Costituzione: «nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario» . Come si può infatti sostenere che l'introduzione di tubi nel corpo per l'alimentazione e l'aerazione artificiali non siano cure sanitarie? Una strada tutta in salita, quella che adesso si presenta a chi con protervia si ostina a volere una legge sul testamento biologico che lede l'inviolabilità della persona nel suo sacrosanto diritto all'autodeterminazione, anche e soprattutto quando si trova in una situazione di fragilità, come la malattia. | |||||||||||