La decisione del Presidente del Consiglio dei Ministri di adire le vie legali contro Repubblica e il Gruppo Editoriale L’Espresso per le opinioni sulle note vicende che hanno coinvolto recentemente il Capo del Governo, non può non suscitare apprensione e allarme in quanti ritengono che misure di questo genere – assunte per di più da chi riveste la più alta responsabilità politica e istituzionale del Paese – finiscono per mettere in discussione gli spazi di autonomia e di libertà di opinione e di stampa in Italia.
Questa iniziativa si inserisce in un clima e in una serie di atti legislativi o di proposte di legge (come quella sulle intercettazioni) che tendono a comprimere e limitare fortemente il ruolo e l’impegnativo lavoro dei vari soggetti del giornalismo e dell’informazione.
Già nel passato, l’Ordine Nazionale dei Giornalisti ha avuto modo di denunciare l’assunzione da parte di soggetti politici di vario orientamento – basti citare la querela, poi saggiamente ritirata, dell’onorevole D’Alema nei confronti di Forattini – che si avvicinano molto all’intimidazione, all’avvertimento e alla minaccia.
Non è certo con misure come queste che il sistema politico di Governo può pretendere rispetto e credibilità da quanti svolgono il lavoro giornalistico al servizio dei fatti e del diritto dei cittadini ad una informazione libera e indipendente.