Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO "GIORDANO BRUNO" 

Fondata nel 1906

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Hai solo 9 anni, sei stata violentata, resti incinta... Ma non devi abortire: parola di Dio, o meglio dell’arcivescovo brasiliano Josè Cardoso Sobrinho

Nel piccolo centro di Alagoinhas, in Brasile, una bambina di nove anni, violentata dal patrigno, è rimasta incinta di due gemelli. La madre e i medici hanno deciso per l’aborto della piccola, che data la tenera età, avrebbe rischiato anche la vita nel portare a termine la gravidanza. Così, l’intervento è stato eseguito il 4 marzo 2009, nel pieno rispetto della pur restrittiva legge brasiliana, che lo consente nei casi di stupro e di pericolo di vita della futura madre.

Ma la reazione curiale non si è fatta attendere. L’arcivescovo di Olinda e Recife, Josè Cardoso Sobrinho, ha scomunicato tutti quanti hanno reso possibile l'aborto: assistenti, medici e madre della fanciulla, sostenendo che «Il fine non giustifica i mezzi. E’ buona cosa fare tutto il possibile per salvare la vita della madre, ma riuscendo a non eliminare la vita di un innocente. Questo è il principio, la dottrina morale della Chiesa». Questo in nome di Dio, perché,  secondo l’alto prelato: «La legge di Dio è superiore a qualunque legge umana Quindi se la legge umana, cioè una legge promulgata dagli uomini, è contraria alla legge di Dio, questa legge umana non ha alcun valore».  Una pregiudiziale ideologica, dunque, svincolata da qualsivoglia realistica situazione e dramma umano. 

L’ecclesiastico, per impedire l'aborto, aveva anche fatto già pressioni sulla madre e sull’assistente sociale della bimba, Claudio Melo, ma invano. Adesso, dopo la scomunica, ha annunciato una denuncia alle autorità civili. Ricorrerà allora alle tanto vituperate leggi umane?

In difesa di Cardoso Sobrinho è intervenuto il capo ufficio del Pontificio Consiglio per la Famiglia, padre Gianfranco Grieco: «È un tema molto, molto delicato ma la Chiesa non può mai tradire il suo annuncio, che è quello di difendere la vita dal concepimento fino al suo termine naturale, anche di fronte a un dramma umano così forte, come quello della violenza di una bimba. L’annuncio della Chiesa è la difesa della vita e della famiglia, ognuno di noi deve porsi in un atteggiamento di grande rispetto della vita. L’aborto non è una soluzione, è una scorciatoia. La scomunica significa non potersi accostare anche al sacramento della comunione e se una persona è nel peccato e non si confessa, per la Chiesa non può fare la comunione. In questo caso i medici sono fortemente nel peccato perché sono persone attive nel portare avanti l’aborto, questa uccisione. Sono protagonisti di una scelta di morte».

Intanto, in Brasile, stando alle fonti della polizia brasiliana, i casi di violenza su minori sono in vertiginoso aumento. E la piaga dell’aborto clandestino continua a dilagare.

Direttore Responsabile: Maria Mantello Webmaster: Carlo Anibaldi 

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