Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO "GIORDANO BRUNO" 

Fondata nel 1906

Aderente all' Union Mondiale des Libres Penseurs - International Humanist and Ethical Union

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Salvati dalla crisi i “banchieri di Dio”

            Ispirazione divina o buoni consulenti con i piedi per terra? Nella bufera delle Borse le finanze del Vaticano e della Chiesa Anglicana se la sarebbero cavata piuttosto bene: a Roma con una provvidenziale inversione di rotta, che già nel 2007 aveva trasformato gli investimenti della Santa Sede da titoli azionari in oro, obbligazioni e contanti. A Canterbury, invece, gli amministratori della Chiesa d’Inghilterra avrebbero giocato pesante utilizzando lo <<short selling>>, ossia vendite allo scoperto con cui si punta a lucrare dal calo di un titolo. Le indiscrezioni vengono da due giornali britannici: il <<Tablet>> per quanto riguarda le operazioni vaticane e il ben più noto <<Financial Times>> per gli investimenti dei vescovi anglicani.

            Il <<Tablet>>, quotidiano cattolico, ha fatto esaminare dagli analisti i dati dell’annuale rapporto sulla gestione economica 2007 del Vaticano, reso pubblico nel luglio 2008. E dalla lettura degli esperti emerge che la Santa Sede, sapientemente consigliata, aveva fiutato in anticipo i pericoli del mercato e convertito i propri capitali in investimenti sicuri, tanto che ora possiede, tra l’altro, una tonnellata d’oro ( valore di mercato 19 milioni di euro). Oltre a ciò la Chiesa di Roma disporrebbe di 340 milioni di euro in valuta, di altri 520 milioni in obbligazioni e di un patrimonio immobiliare pari a 424 milioni di euro.

            Alla luce di questi dati, commenta l’esperto finanziario del <<Tablet>>, la Santa Sede <<appare finanziariamente ben posizionata per raccogliere profitti, anche nell’attuale tempesta finanziaria>>. Ma per monsignor Vincenzo Di Mauro, segretario della Prefettura vaticana degli Affari Economici: “I risultati del primo periodo 2008 sono preoccupanti e non inducono all’ottimismo. Per questo si rende sempre più necessario il richiamo alle amministrazioni della Santa Sede ad operare con prudenza e massima oculatezza>>.

            Per la Chiesa di Londra, invece il discorso è anche di principio: nei giorni scorsi da Canterbury erano arrivate dure reprimende agli hedge fund che utilizzavano lo <<short selling>>, soprattutto nelle fasi più acute degli ultimi crolli delle Borse. Anche questo, probabilmente, ha contribuito al fatto che negli USA e in Gran Bretagna il lucroso meccanismo sia stato perfino sottoposto a drastiche messe al bando. Ma i gestori dei fondi, questa volta hanno deciso di non incassare tacendo: << Gli arcivescovi anglicani – dichiara al Financial Times Hungh Hendry, della Eclectica Asset Management – additano il “peccato” dello short selling, ma poi partecipano ai nostri profitti>> e squaderna sulle pagine del famoso giornale finanziario una serie di dati sulle operazioni nel settore della Chiesa d’Inghilterra, che accusa di <<ipocrisia>>.

Direttore Responsabile: Maria Mantello Webmaster: Carlo Anibaldi 

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