Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
| |||||||||||
|
| ||||||||||
Tra il 2005 e il 2007 si è verificato un grande salto in avanti del numero delle persone che soffrono la fame del mondo: 75 milioni di persone in più, la maggioranza dei quali nei Paesi in via di sviluppo. Oggi, il numero degli affamati nel mondo è di 923 milioni.
La
principale causa è da
attribuire all’impennata dei
prezzi delle materie prime
agricole. Lo ha calcolato L’aumento dei prezzi che, con ogni probabilità continueranno a salire considerati gli aumenti dei prezzi dei cereali e delle oleaginose nel 2008, sarà “devastante” soprattutto nei Paesi poveri e in via di sviluppo dove si trovano 907 dei 923 milioni di persone che soffrono la fame. La stima della FAO parla di un aumento di 24 milioni di persone nell’Africa Sub Sahariana, 41 milioni in Asia e nell’Area del Pacifico, 6 milioni nell’America Latina e Caraibi e 4 milioni nel Vicino Oriente e Nord Africa. Ridurre il numero degli affamati nel mondo di 500 milioni oltre il 2015, per rispettare il primo degli Obiettivi del Millennio, “richiede un enorme impegno globale anche perchè il costo della fame si rifletterà sulla perdita di capacità produttiva dei lavoratori, sulla mortalità infantile e sull’educazione con perdite per centinaia di miliardi di dollari all’anno”.
Il
duplice approccio della FAO
prevede di rendere
accessibili gli aiuti
alimentari alle categorie
più vulnerabili, come le
popolazioni delle aree
rurali e le donne e aiutare
i piccoli produttori a
produrre di più. L’obiettivo
è di raddoppiare la
produzione agricola mondiale
per nutrire i 9 miliardi di
persone che popoleranno il
pianeta nel 2050 e
rispondere anche all’aumento
della domanda di
biocarburanti che viaggerà
parallelamente all’aumento
della domanda alimentare.
Una sfida importante,
secondo (L'incontro, ottobre 2008) | |||||||||||