Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

Requires Acrobat Reader.

Tutte le pagine:

1

2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30
31 32        

ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO "GIORDANO BRUNO" 

Fondata nel 1906

Aderente all' Union Mondiale des Libres Penseurs - International Humanist and Ethical Union

Presidenza nazionale:

prof.ssa Maria Mantello,


Roma

telefax: 067001785,


e.mail

Presidenza sezione di Roma - Coordinamento Web

prof. Maria Mantello


Roma


e.mail

Presidenza Onoraria e Sezione di Torino:

avv. Bruno Segre


Torino


e.mail , e.mail2

Ritorna l’inciucio?

Da L’Unità, la storica testata fondata da Antonio Gramsci, Furio Colombo lancia l’allarme e pone incalzanti domande.

ULTIMA PREGHIERA di Furio Colombo (L’Unità, 13 agosto 2008)

Se fossi credente pregherei per Giuliano Amato e per Franco Bassanini perché Dio li illumini sulla strada sbagliata che stanno prendendo. Poiché non sono credente, la preghiera la rivolgo a loro: perché non rendete conto dello schiaffo che state dando a chi ha votato Partito democratico nelle elezioni nazionali e in quelle di Roma, e gli state dicendo che tutto quello che hanno fatto è inutile, che non ci sarà alcun ricambio perché non c’è alcuna diversità, e tanto valeva andare insieme subito nel «partito della maggioranza» in cui si estingue qualunque opposizione e che solo alcuni di noi continuano a trovare minaccioso?

Prendete Livia Turco, capo - dicono i giornali - della sinistra del Pd. Livia, da quando la sinistra del Pd si è schierata per Alemanno? Il nuovo sindaco di Roma ha una reputazione e una vita formata e trascorsa nella destra della destra romana, ha avuto il sostegno travolgente di ogni frangia estrema che non si fida di Fini e non lo ha seguito nella svolta di Fiuggi. E’ una persona seria, che tiene molto alla sua reputazione, al punto di proporre subito di intitolare una strada romana al segretario di redazione della nota rivista “La difesa della razza”. E’ una persona determinata nella gestione autoritaria dell’immagine, al punto di disporre l’arresto dei disperati che frugano nei cassonetti. Si rende conto, Livia Turco, che senza l’intervento della Comunità di Sant’Egidio (la Comunita di Sant’Egidio, non il Pd) quei rovistatori che rendono pessima l’immagine di Roma Capitale, sarebbero già in prigione? A meno che io abbia perso un congresso della sinistra del Pd (Sinistra per Veltroni che mi ha eletto piuttosto bene in Toscana) non ho mai sentito qualcuna o qualcuno di noi dire che è bene portare in omaggio al sindaco di questa destra di Roma (e ai suoi tassisti che hanno sconquassato la città per difendere la loro categoria negando ogni diritto dei cittadini) uno dei nomi più illustri del centrosinistra italiano, della sua storia, della sua cultura. Perché un simile omaggio al vincitore? Perché è vincitore? Perché è post-fascista? Perché tutta la destra ancora esistente a Roma ha votato per lui? Perché dà la caccia agli zingari e ai rovistatori di cassonetti? Ci vuole dire - preghiamo di cuore Giuliano Amato - perché il suo nome apparirà in testa al progetto Alemanno, ne arricchirà il lavoro, ne aumenterà prestigio e voti in modo che la destra governi felice e incontrastata a lungo? Posso supplicare Livia Turco, a cui ho sempre guardato con amicizia, che cosa diavolo le fa dire che è una buona cosa per Giuliano Amato essere parte dello schieramento Alemanno? Capisco, ovviamente, che una persona di valore fa un buon lavoro e che - se quel lavoro è pubblico - è un bene per tutti. Ma non va così in democrazia. Negli Usa si conoscono i nomi di giuristi illustri che - nel sondaggio discreto che precede la nomina - hanno rifiutato di essere inclusi nella lista di Bush che li avrebbe portati alla Corte Suprema. Si conoscono i nomi di personaggi politici che, come ambasciatori alle Nazioni Unite, avrebbero giovato molto agli americani, ma si sono discretamente defilati sapendo di non condividere in nulla la visione neo-con di Bush sulle Nazioni Unite. Ma per restare in casa, tutti ricordiamo l’abilità del fascismo nell’assicurarsi un grande della cultura italiana come ministro dell’Educazione. Ma ha scelto un fascista, Giovanni Gentile. E non gli è mai riuscito di mettere alla testa di un ministero o di una prestigiosa commissione l’altro grande di quegli anni, ma non fascista, Benedetto Croce. Il caso di Franco Bassanini, incerto se partecipa alla commissione Amato o al lavoro che servirà a confermare la qualità di statista di Calderoli, è del tutto simile, quanto a simbolo di una parte viva (speriamo) e combattiva (è l’augurio insieme fervido e disperato) dell’opposizione in questo Paese. Ma se invece di fare l’offeso con chi ha messo in discussione la sua nuova avventura, ci spiegasse perché ha detto sì (non ci sono tracce, in America, di una commissione Obama al lavoro con Cheney per il bene di tutti), colmerebbe un vuoto pauroso di informazione e di incomprensione. Bassanini è l’inventore di un modello unico di semplificazione e restituzione di diritti ai cittadini, oltre che difensore abile e instancabile della Costituzione, con la sua Associazione Astrid. Ma - lo voglia o no – Bassanini è un tecnico, è un politico molto radicato in ciò che fanno, ricordano, pensano, sperano gli elettori di centrosinistra. E’ chiaro che quegli elettori non capirebbero perché dovrebbe portare il suo prestigio e il suo talento ad Alemanno, raddoppiando l’errore di Amato. E’ chiaro che quegli elettori capiscono anche meno quando sentono dire che sarà accanto a Calderoli ovvero al gruppo del dito medio di Bossi che - una volta alzato - va nello stesso luogo anatomico in cui viene usato, dalla stessa persona, il Tricolore; al gruppo della caccia dei neri sulla spiaggia; al gruppo delle impronte digitali ai bambini rom; al gruppo che chiude le moschee e fa in modo che -per chi ha avuto la disgrazia di immigrare in Italia ai tempi della Lega- non ci può essere un luogo di preghiera; al gruppo che fa arrestare una persona senza permesso legale , quando chiama i carabinieri perché lo stanno ammazzando. Noi, quelli che non condividono gli affari e i dividendi di Berlusconi, che non dicono cloaca ai giudici, che non proclamano eroe dell’Italia un pluriomicida mafioso (sì, lo sappiamo, era solo un messaggio elettorale a qualcuno), che non stanno mandando minacciosi segnali per prevenire la condanna in appello di Marcello Dell’Utri, che si oppongono con tutte le forze al secessionismo ormai aperto e dichiarato della Lega Nord e all’immenso rischio di una legge finanziaria totale, triennale, segreta, discussa da nessuno, votata con la fiducia, noi vorremo continuare questa battaglia, che a momenti ci sembra disperata. La vorremmo continuare insieme con persone che non vogliamo donare alla destra che - per giunta - è la destra peggiore mai esistita in Italia. A meno che ci siano ragioni che non sappiamo o non abbiamo capito. Se è così non vorranno Amato e Bassanini dirci qui perché abbiamo torto?

Direttore Responsabile: Maria Mantello Webmaster: Carlo Anibaldi 

: