Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Benedetto Berlusconi alcune delle considerazioni di Paolo Farinella, prete genovese, sul recente incontro tra Berlusconi e Benedetto XVI L’immagine di Berlusconi che prende tra le sue la destra anulata del papa e, “inclinato capite”, compunto, ne bacia l’anello, consapevole della dissacrazione che compie, ha fatto il giro del mondo e si e’ depositata nell’immaginario collettivo dei piu’ come atto di devozione verso l’autorita’, riconosciuta, del papa. Il contrasto con le dichiarazioni di Prodi, dopo il fattaccio della Sapienza di Roma e’ abissale. Il cattolico praticante appare il nemico e censore del papa, mentre l’inquisito per frode ed evasione, il condannato, il corruttore, il compratore di senatori a suon di attricette da strapazzo, il puttaniere, il Piduista, l’ateo divorziato difensore della famiglia, appare, di colpo, quasi per magia, l’umile figlio della Chiesa, “prostrato al bacio della sacra pantofola”. Come cittadino italiano, sono indignato che il presidente del consiglio dei ministri, che rappresenta la mia Nazione, abdichi alla sovranita’ e alla dignita’ del mio paese, prostrandosi in baciamano che somiglia piu’ a rappresentazione di stampo mafioso che non a un atto di devozione sincera. Come cattolico praticante, sono indignato e scandalizzato che il papa si presti al gioco mediatico di accreditare come modello di figlio devoto e pio della Chiesa un individuo come Berlusconi senza chiedergli previamente un atto di conversione e/o di penitenza. Egli è adoratore di mammona iniquitatis perchè ha fatto l’ingiusta ricchezza con l’inganno, il furto, la corruzione, l’evasione fiscale. Egli è divorziato, abortista e i suoi figli convivono more uxorio, fatti che sarebbero questioni private, se il presidente del consiglio non si dichiarasse cattolico e non andasse dal papa coram populo et mundo a parlare in difesa della famiglia secondo la visione della Chiesa: allora anche le sue scelte private diventano fatti pubblici e criteri ermeneutici. E’ ancora fresca nella memoria, la scelta del papa che, per opportunita’ di equilibri politici internazionali, non volle ricevere il Dalai Lama, premio Nobel per la pace, mentre a meno di tre mesi delle elezioni, riceve il predatore d’Italia, colui che con le sue tv ha degradato l’Italia in forza del principio, pubblicato sul giornale del papa, l’Osservatore Romano (6 giungo 2008), che “la televisione privata dovrebbe avere tra le sue funzioni quella di divertire, come seconda funzione quella di informare e soltanto successivamente, quella di formare”. Egli ha detto queste cose alla radio e sul giornale del Vaticano e nessuno gli ha tolto la sedia di sotto e lo ha rimandato a casa. Di fronte all’opinione pubblica, il papa approva. Santita’, mi sento parte integrante della Chiesa-Sacramento e riconosco la sua autorita’ di papa in quanto vescovo di Roma, ma non mi sento parte di un sistema che pure lei rappresenta: un sistema di connivenza con i potenti che prosperano sui poveri, che affamano i poveri, che manipolano i poveri che nessuno difende. Nemmeno il papa.
Nota a latere: Berlusconi ha regalato al papa una croce tempestata di pietre preziose fatta fare apposta: un pezzo unico e solitario. Nello stesso momento a due passi di distanza, la Fao ammetteva il suo fallimento sul dramma della fame del mondo: la croce tempestata di diamanti e il Crocifisso affamato. Mai stridio di simboli fu piu’ drastico. Il 6 giugno 2008 «fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza». Per me, resta un giorno di lutto per la Chiesa cattolica, un fallimento del papato, una vergogna per l’Italia ferita nella sua dignita’ di Nazione laica. | |||||||||||