856 MILIONI DI DOLLARI PER SALVARE DONNE E BAMBINI
(da L'Incontro, marzo 2008)
Donne senza presente, bambini senza futuro in 39 Paesi del mondo. E’ dedicato ad essi l’Humanitarian Action Report, il Rapporto annuale dell’ UNICEF sulle nazioni in emergenza colpite da crisi umanitarie. Il Rapporto esamina sia le situazioni politico-militari nel Ciad e nel Kenya, sia i conflitti di lunga durata, sia i disastri naturali, come le alluvioni nel Monzambico. Indica gli interventi d’emergenza previsti e i fondi necessari per realizzarli: 856 milioni di dollari.
“In Kenya, 300.000 persone sono state costrette a lasciare le loro case e rifugiarsi in campi di accoglienza: 150.000 sono bambini, di cui 80.000 hanno meno di 5 anni”, ha spiegato Hilde Johnson, vicedirettore dell’organizzazione. E ha aggiunto: “Nel Ciad la situazione è meno chiara, ma si calcola che 30.000 delle 52.000 persone fuggite dal Paese siano a rischio e richiedano un’assistenza immediata”.
“L’UNICEF sta fornendo aiuti sanitari, nutrizionali e per l’istruzione. In questi due conflitti, come nelle altre 37 emergenze considerate dal Rapporto, donne e bambini sopportano le conseguenze più pesanti”.
Il Rapporto rileva come i conflitti si “leghino” con sempre maggior frequenza ai disastri naturali, a tutto danno dell’incolumità e dei mezzi di sussistenza delle popolazioni di ogni continente. Dove a pagare il prezzo più alto sono sempre i più indifesi. Un esempio lo offre il Kenia: qui le persone erano già provate dalle conseguenze delle alluvioni e dall’HIV/AIDS quando è scoppiata la crisi politica dopo le elezioni del dicembre 2007. Stesso discorso per la Somalia: la situazione umanitaria è stata aggravata da epidemie di diarrea acuta e dagli alti tassi di malnutrizione. Inoltre donne e bambini sono vittime di stupri sistematici, spesso perpetrati come arma di guerra. “Dobbiamo garantire loro protezione da queste atrocità e che i responsabili di tali crimini siano perseguiti legalmente”, ha rimarcato Hilde Johnson.
L’Humanitarian Action Report non esamina tutti gli interventi in cui è impegnata l’UNICEF, ma lancia un appello per le emergenze di vasta portata e lunga durata, soprattutto per quelle “dimenticate” che richiedono l’assistenza dei donatori. Nell’Africa Centrale e Occidentale una combinazione di conflitti, disastri naturali e povertà permanente crea una situazione di forte instabilità, con oltre un milione di sfollati. La malnutrizione è il rischio principale per la sopravvivenza dei bambini. Nella Repubblica Democratica del Congo, per cui l’UNICEF prevede 106 milioni di dollari, più della metà dei decessi infantili avviene per mancanza di cibo.
Il Sudan è l’altro Paese per cui l’appello dell’Organizzazione supera i 100 milioni di dollari, mentre per Pakistan, Somalia, Uganda, Iraq e Ciad le richieste ai donatori si aggirano sui 40 milioni.
Nel Sudan, dove si stanno facendo importanti interventi di ricostruzione e sviluppo, l’UNICEF ritiene necessari più di 150 milioni. Nel Darfur, gli sfollati sono ormai più di 2,1 milioni e il conflitto armato minaccia ogni giorno la sopravvivenza e i mezzi di sussistenza di larga parte della popolazione civile.