CONFERENZA ONU SULLA TRATTA DI PERSONE
(da L'Incontro, marzo 2008)
Una riunione dell’ONU, durata tre giorni, ha affrontato a Vienna per la prima volta la piaga della tratta di esseri umani. Ai lavori congressuali hanno partecipato 1200 rappresentanti dei governi, del mondo economico, della polizia, di O.N.G., di esperti e di Organizzazioni umanitarie.
La conferenza è stata aperta dal responsabile dell’Ufficio dell’ONU per la lotta alla droga e al crimine, Antonio Maria Costa. Stime dell’ONU parlano di 2,7 milioni di persone in tutto il mondo vittime della tratta umana, di cui l’80 p.c. donne e bambini. Il fenomeno comprende lo sfruttamento sessuale, il lavoro forzato, il traffico di organi, le adozioni e i matrimoni forzati.
Molto spesso questi crimini concorrono con altri fenomeni di illegalità, come l’emigrazione clandestina, la pedofilia, lo sfruttamento di bambini. Insieme a quello di armi e di stupefacenti, il traffico di esseri umani è una delle fonti più lucrative di proventi della criminalità organizzata, con massimi profitti e minimi rischi. Secondo stime dell’ONU il volume di utili complessivo si aggira sui 32 miliardi di dollari l’anno.
Fra i Paesi in prima fila in questa rete del crimine particolarmente disumana figurano Albania, Romania, Ucraina, Moldavia, Bosnia, Nigeria, Ghana e America Latina. Nessun Paese può risolvere da solo il problema della tratta umana: la chiave per la soluzione sarebbe quella di invertire lo scenario attuale: anziché grossi profitti e pochi rischi, pochi profitti e grossi rischi.
A titolo esemplificativo è stata allestita, presso la sede della Conferenza, una mostra con sette container che illustrano la vicenda di una moldava di 18 anni costretta per quattro anni a prostituirsi in Gran Bretagna, inclusa la ricostruzione di una stanza del bordello dove la ragazza doveva accontentare fino a 40 clienti al giorno per 20 euro a quarto d’ora.