Quanto guadagna il Vaticano con l’8 per mille
di Maria Mantello
Come spende la Chiesa
Cattolica l’8 per mille
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2000 |
2001 |
2002 |
2003 |
2004 |
2005 |
2006 |
2007 |
Assegnazioni totali
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643 |
763 |
910 |
1016 |
952 |
984 |
930 |
991 |
Edilizia di culto |
54 |
83 |
120 |
130 |
130 |
130 |
117 |
117 |
Culto e pastorale |
58 |
80 |
92 |
122 |
92 |
116 |
64 |
87 |
Beni culturali |
3 |
26 |
50 |
50 |
70 |
70 |
63 |
68 |
Interventi caritativi |
7 |
16 |
30 |
30 |
30 |
30 |
30 |
30 |
Tot. Interventi nazionali
|
122 |
205 |
292 |
332 |
332 |
346 |
274 |
302 |
Culto e pastorale |
118 |
134 |
150 |
150 |
150 |
155 |
155 |
160 |
Interventi caritativi |
65 |
69 |
75 |
75 |
80 |
85 |
85 |
90 |
Tot. Diocesi italiane |
183 |
203 |
225 |
225 |
230 |
240 |
240 |
250 |
Tot.Terzo mondo |
54 |
65 |
70 |
80 |
80 |
80 |
80 |
85 |
Tot. sacerdoti |
643 |
290 |
308 |
330 |
320 |
315 |
336 |
354 |
fonte CEI
dati in milioni di euro
l'11 febbraio 1929, Benito Mussolini per il regno d’Italia e Pietro Gasparri, per
la Santa Sede, firmavano i "Patti Lateranensi" (Legge 27 maggio 1929, n. 810). All’interno di questi si configurava il Concordato. I Patti erano stati propagandati come pacificazione, risarcimento alla Chiesa, dopo la Breccia di Porta Pia (20 maggio 1870). Data in cui lo Stato italiano annetteva Roma all’Italia e poneva fine a quel potere temporale edificato sul noto falso storico medievale: il Constitutum Costantini. Il Regno d’Italia, con la legge delle Guarentigie del 13 maggio 1871, aveva già provveduto ad indennizzare il Vaticano, a cui erogava anche annualmente ben 3.225.000 lire per il mantenimento del clero. Una cifra astronomica (13 milioni di euro circa), che il Vaticano riscuoteva puntualmente, nonostante il suo non possumus a riconoscere lo Stato Italiano. Dopo i patti Lateranensi la Chiesa prese finalmente atto che l’Italia era stata fatta, ottenendo in cambio benefici e vantaggi che andavano ben al di là delle sue stesse aspettative. Con il Concordato fascista si legittimava lo “Stato della Città del Vaticano sotto la Sovranità del Sommo Pontefice”, a cui il governo italiano si impegnava a versare, in un’unica soluzione e in contanti, ben 750 milioni di lire (circa 600 milioni in euro). A questo si aggiungeva anche "un consolidato del valore nominale di 1 miliardo di lire" (circa 800 milioni di euro). Mussolini era proprio “l’uomo della Provvidenza”!
Nel 1984 (capo del Governo Bettino Craxi), con la revisione del Concordato, l’emancipazione della nostra Repubblica dal Vaticano, richiesta dal paese reale, si allontanava ancora una volta. Lo Stato italiano, non solo chiamava la Chiesa alla “reciproca collaborazione per la promozione dell’uomo e il bene del paese” (art. 1), ma “ riconoscendo il valore della cultura religiosa e ... i principi del cattolicesimo...parte del patrimonio storico del popolo italiano” (art. 30), estendeva quella che era solo la fede di una parte degli italiani (seppure la maggioranza) alla popolazione nella sua interezza. Il cattolicesimo era patrimonio culturale, da trasmettere e rinfocolare sul piano culturale. Un’affermazione di principio, quindi, niente affatto innocente. E di cui vediamo ancora oggi i suoi cascami ideologici dibattersi per imporre la croce nei luoghi pubblici e pretendere una legislazione dettata e benedetta dalla Curia.
In quanto patrimonio storico della nazione i cittadini tutti avrebbero contribuito al finanziamento della Chiesa Cattolica mediante un contributo diretto. Nasceva allora un meccanismo che prevedeva il versamento alla Cei (conferenza episcopale italiana) dell’8 per mille dell’imponibile fiscale. Esteso poi anche alle altre confessioni religiose, che ne facevano richiesta, e firmatarie di intese con lo Stato Italiano.
La legge prevede che l’8 per mille venga calcolato su tutti i contribuenti, pertanto anche le quote di coloro che non hanno scelto nessuna destinazione, vengono comunque ripartite in proporzione alle percentuali di scelte realmente effettuate, come previsto dalla legge 222 del 1985 all’art. 37: “in caso di scelte non espresse da parte dei contribuenti la destinazione si stabilisce in proporzione alle scelte espresse”. In base a questo espediente, si verifica un sorprendente effetto di amplificazione, di cui beneficia soprattutto
la Chiesa Cattolica. Così, sebbene in media solo tre italiani su dieci scelgano di destinare l’8 x mille del loro prelievo fiscale alla Chiesa Cattolica, in pratica questa incasserà anche la maggior parte gettito dell’8 per mille non destinato ad alcuno. Insomma, più aumentano le astensioni più si accrescono gli introiti del Vaticano, che ottiene un finanziamento quasi triplo rispetto ai consensi espliciti ottenuti a suo favore.
Nel 2007, la Conferenza episcopale italiana si troverà ad incassare più di un miliardo di euro. Vale appena notare che di questa somma ingente, solo 205.000.000 (di cui 90 milioni alle diocesi, 85 milioni al terzo mondo, 30 milioni per interventi di carattere nazionale) sono stati destinati ad interventi caritatevoli ed umanitari. La quota maggiore è andata al finanziamento di apparati e strutture clericali: 353.708.000 per il sostentamento del clero; 432.570.769 per culto e pastorale.
Si legga rapporto CEI 2008