Al prof. Marcello Cini*, che il 14 novembre 2007, per primo ha preso carta e penna per contestare al Rettore della Sapienza l’invito rivolto a papa Ratzinger, abbiamo chiesto qualche commento.
Perchè la Sapienza non si addice al papa, soprattutto in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico?
Il nodo centrale è proprio l’inaugurazione dell’anno accademico. E’ proprio in questa particolare occasione altamente simbolica che l’Università si presenta come Istituzione fondamentale di uno Stato Democratico non confessionale: nel suo carattere peculiare di promozione della libera ricerca per formare le nuove generazioni. Università di docenti e studenti: luogo dove gli studiosi, in assoluta autonomia si confrontano e collaborano su un piano di parità per la produzione di nuova conoscenza, scienza e cultura. Questa funzione viene svolta con precise regole metodologiche epistemologiche e deontologiche.
L’inaugurazione dell’anno accademico è allora una sorta di riconferma rituale di questo patto di libera ricerca?
E’ così, pertanto non si può delegare questo momento centrale della vita dell’Università a una autorità esterna, per quanto potente, autorevole e rispettata possa essere. Una autorità, che come nel caso del Pontefice romano, si basa su un ordinamento rigidamente gerarchico e sulla affermazione del possesso di una Verità assoluta e superiore a tutte le altre.
Posizioni inconciliabili dunque: tra chi verifica, scopre, rimette in discussione e chi riporta sempre tutto ad una verità data una volta per tutte?
E’ proprio questo accostamento fra culture e finalità diverse, addirittura antitetiche che diventa inconciliabile. Il conflitto non si porrebbe se la visita del Papa avvenisse in un contesto diverso come del resto si è verificato in occasione del ricevimento di altri pontefici. Non avrei scritto la lettera al Rettore nei termini che ho usato, se l’invito fosse stato rivolto per una data diversa e in un contesto diverso. Non c’è mai stata da parte mia nessuna richiesta censoria né di rifiuto del dialogo con il professor Ratzinger. E’ la voluta confusione fra ruoli diversi che produce conseguenze deprecabili.
E sulle argomentazioni del Rettore sull’impegno del papa contro la pena di morte?
E’ facile prevedere che il papa avrebbe colto l’occasione per abbinare la pena di morte all’aborto. Cosa che la Chiesa fa da tempo.
Cosa pensa dei giudizi di intolleranza che sono stai rivolti a chi, come lei, giudicava semplicemente inopportuna la visita del papa?
E’ una delle tante forme di ipocrita strumentalizzazione che contraddistingue disinvolti individui. Come del resto le strumentali differenziazioni tra laico e laicista. E poi, è proprio degli intolleranti dare dell’intollerante a chi ne contesta la prepotenza. La favola del lupo dell’agnello risale a molti secoli fa.