IN SENATO PASSA IL REATO DI OMOFOBIA, MA ANCHE L'ORDINE OMOFOBICO BINETTI
di Maria Mantello
Alcune norme di civiltà contro le discriminazioni razziali, comprese quelle sessuali, sono state inserite nel pacchetto sicurezza approvato al Senato. In un paese normale, che ha cioè come scopo la tutela e l’estensione dei diritti civili, la cosa non dovrebbe fare scandalo, ma anzi essere plaudita proprio perché persegue anche con il carcere chiunque inneggi a discriminazioni "fondate sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali". Insomma una conquista di civiltà, così come per altro previsto già dal trattato di Amsterdam. Ma il decreto è passato sul filo del rasoio (160 favorevoli contro 158 contrari).
E’ strano a dirsi, ma provvidenziale per la tenuta del Governo Prodi è stato il voto favorevole di Cossiga e l’astensione di Andreotti. Tra i no, in primis, quello della cattolicissima Binetti. Forse temendo che a seguito di questo decreto sul banco degli imputati, per istigazione all’omofobia, possano finire le gerarchie vaticane e lo stesso catechismo cattolico, che considera l’omosessualità “oggettivo disordine morale”. Donna Binetti, anche a costo di far mancare la fiducia al suo governo, ha tuonato il suo NO, tenendo ben fermi i suoi principi omofobi, peraltro costantemente ribaditi anche in popolari trasmissioni televisive.
Chissà se prima di votare, nel suo ben delineato ordine psichico, si è riassettata il cilicio?