Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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RAPPORTO ONU SUGLI OBIETTIVI DEL MILLENNIO Nel settembre del 2000 si riunì a New York il “Vertice del Millennio”, cioè la riunione di tutti gli Stati membri dell’ONU, che firmarono la “United Nations Millennium Declaration”. In tale documento i leaders mondiali affermarono la loro responsabilità non soltanto nei confronti dei rispettivi popoli, ma verso l’intera specie umana, definendo una serie di ambiziosi propositi da conseguire entro il 2015 (articoli 19 e 20 della Dichiarazione). Da queste affermazioni, attraverso successivi incontri diplomatici con la partecipazione delle principali Agenzie dell’ONU, presero corpo gli otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM): otto traguardi misurabili e inequivocabili, vincolanti per l’intera comunità internazionale, che affidavano all’ONU un ruolo centrale nella gestione del processo di globalizzazione.
Da quel
giorno però, il mondo è
cambiato. L’11 settembre La centralità dell’ONU e l’approccio multilaterale per la risoluzione dei problemi internazionali sono stati rimessi in discussione degli atteggiamenti egoistici di molti Stati. Di conseguenza, i progressi verso gli obiettivi di Sviluppo del Millennio hanno segnato un preoccupante rallentamento che mette a rischio il loro effettivo raggiungimento nel 2015. Per il miliardo di esseri umani che vivono al di sotto della soglia di povertà, senza accesso all’acqua potabile o ai servizi sanitari, e per i bambini che di questa schiera costituiscono la fragile maggioranza, l’unica speranza per un futuro migliore risiede nella fedeltà dei leader mondiali alla promessa fatta nel 2000. Nonostante i progressi realizzati verso la fatidica data del 2015, gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM) sono ancora un traguardo lontano. Per raggiungerli entro il termine prestabilito occorrerà un’azione immediata e sostenuta di qui ai prossimi 8 anni. Sul fronte della lotta alla fame e alla miseria, si stimano in quasi un miliardo gli esseri umani che vivono con meno di un dollaro al giorno, soglia considerata di povertà assoluta. L’Africa Subsahariana (regione in cui si registrano alcuni fra i peggiori indicatori socio-sanitari del globo) non è attualmente in linea con alcuno degli otto Obiettivi.
Il
rapporto “Millennium
Development Goals
Per accelerare il conseguimento degli OSM occorre una combinazione di vari ingredienti: una forte leadership da parte dei Governi, corrette politiche sociali, strategie concrete per incrementare gli investimenti pubblici nelle aree prioritarie e un adeguato supporto tecnico e finanziario da parte della comunità internazionale. Il rapporto cita, a titolo di esempio, i risultati ottenuti a livello globale nella riduzione della mortalità infantile e nella scolarizzazione primaria (la quota dei bambini che va a scuola nel mondo è salita dall’80% nel 1991 all’88% nel 2005).
Purtroppo
gran parte dei Paesi
industrializzati non ha
onorato i propri impegni
per finanziare la
“partnership globale per
lo sviluppo”. Il
Segretario Generale
dell’ONU sottolinea che
“l’assenza di qualsiasi
significativo aumento
nell’Aiuto pubblico allo
sviluppo dal
Solamente cinque Paesi donatori hanno raggiunto o superato la soglia fissata in ambito ONU dello 0,7% del Prodotto Interno Lordo, devoluta alla cooperazione allo sviluppo. La potenzialità degli OSM risiede nella loro interconnessione e nella loro capacità di aggredire le cause della povertà e dell’ineguaglianza. Ad esempio, garantire l’empowerment femminile non è solamente uno degli Obiettivi ma anche un requisito fondamentale per il successo degli altri sette OSM. La condizione della donna ha infatti un impatto diretto sul benessere dei bambini. Donne in salute, istruite e consce dei propri diritti avranno pure figli in salute, istruiti e fiduciosi in se stessi.
Come
chiarisce il “Millennium
Development Goals
Report |