Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO "GIORDANO BRUNO" 

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Dagli embrioni ibridi una speranza per la cura delle malattie degenerative

Manuela Bianchi intervista Giovanni Berlinguer (da aprile online. info del 7 settembre)

Le Autorità di Londra hanno dato l'autorizzazione in via di principio alla ricerca per utilizzo scientifico di cellule staminali uomo-animale, atte alla cura di alcune patologie tra cui l'Alzheimer e il morbo di Parkinson. La decisione, arrivata mercoledì a conclusione di lunghe consultazioni e molte polemiche, è stata accompagnata dal mondo scientifico attraverso la sensibilizzazione dell'opinione pubblica, che nei sondaggi si è rivelata a maggioranza favorevole alla ricerca su embrioni in parte umani e in parte di mucca o coniglio.

La notizia segna un importante passo in avanti nel superamento di quelle leggi, vigenti nei Paesi che hanno legiferato specificamente in campo bioetico, che vietano la produzione di embrioni cosiddetti "ibridi", cioè formati da cellule umane e animali, e può aprire una nuova frontiera per la ricerca medica, a causa della straordinaria potenzialità di rigenerare tessuti ed organi attraverso le cellule staminali. Così, mentre il Vaticano commenta la notizia gridando al "mostro", gran parte del mondo scientifico vede con interesse i risultati di questa sperimentazione. Abbiamo chiesto a Giovanni Berlinguer, eurodeputato e membro del Comitato internazionale di Bioetica dell'Unesco, un commento al "sì" di Londra.

Come commenti la decisione delle Autorità britanniche che hanno dato luce verde alla sperimentazione sulle cellule staminali ibride, che contengono cioé componenti umani e di mucca o di altri animali?
Dietro questa decisione c'è una storia molto complessa che abbraccia sia la leggenda delle chimere, ovvero animali immaginari con caratteristiche di una specie e di un'altra, sia l'esigenza di evitare che si possa degenerare nella creazione di esseri misti, ibridi umani.

Pericolo che in questo caso non esiste...
No, la ricerca consentita dalle autorità inglesi riguarda un indirizzo rilevante, ma meno rischioso al momento attuale, quello cioè di introdurre il Dna umano in un ovulo di altra specie privato del suo Dna e di utilizzare questo ibrido per un tempo circoscritto, consentendo il limite massimo di 14 giorni per la formazione di cellule che possano essere utilizzate poi per la ricerca o per la cura di malattie degerative. E' chiara la decisione di Londra di non andare oltre una determinata frontiera e di mantere questo impegno.

Alcuni scienziati hanno espresso perplessità sull'utilizzo di cellule miste che non "parlano la stessa lingua" e che, a loro avviso, potrebbero non dare i risultati sperati...
Le cellule non devono parlare tra di loro, sono mute e vengono usate razionalmente in queste sperimentazioni, secondo criteri scientifici; quindi non mi pare che ci siano questi rischi.
Ho però molte perplessità su queste e altre conquiste per l'uso restrittivo o improprio che se ne può fare. Mi riferisco all'atteggiamento tenuto nell'ultimo anno dalle autorità inglesi, che hanno consentito la mercificazione di ovuli, per finalità riproduttive, ottenuti a pagamento dalle donne dietro compenso di 250 sterline, introducendo un criterio mercantile nel quadro della ricerca scientifica. Le mie perplessità riguardano dunque il criterio di accesso ai risultati di queste ricerche e terapie, che dovrebbero essere a disposizione di tutti secondo il principio di equità, purtroppo non sempre onorato.


Un ultimo commento sulla posizione del Vaticano, che lancia il primo altolà giudicando la autorizzazione britannica "un atto mostruoso contro la dignità umana"...
Credo che la religione non abbia molto da dire sulla scienza. Quando essa rimane nei limiti
del conoscere e del benessere umano

Direttore Responsabile: Maria Mantello Webmaster: Carlo Anibaldi 

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