SCUOLA
DELL'INFANZIA: meglio se privata e clericale secondo le indicazioni
del Ministero
Sono uscite in questi giorni le nuove indicazioni
nazionali per il curriculum della scuola dell’infanzia (3-6 anni),
elementare e media, in pratica i nuovi programmi.
Nel testo, che propone una sostanziale continuità con i programmi
predisposti dalla Legge Moratti, si legge che “la scuola
dell’infanzia, scelta liberamente dalle famiglie, ha le sue origini
nei comuni e intorno alle chiese….”. Poi che essa “si esprime in una
pluralità di modelli istituzionali e organizzativi gestiti da
diversi soggetti, la scuola promossa da ordini religiosi e comunità
parrocchiali come esempio di sussidiarietà orizzontale e di risposta
a specifici orientamenti valoriali delle famiglie, la scuola dei
comuni e la scuola statale come manifestazione della volontà dello
Stato di estendere a tutti i bambini il diritto di frequentarla”.
Testualmente in questo ordine.
La scuola statale viene considerata aggiuntiva a quella privata
religiosa e a quella comunale.
L’art. 33 della Costituzione si basa su due principi fondamentali:
la libertà di insegnamento e l’obbligo di istituire scuole statali
per tutti gli ordini e gradi. L’art. 34 afferma che “la scuola è
aperta a tutti”.
Nelle indicazioni viene meno il ruolo istituzionale della scuola
dell’infanzia statale e si considera indifferente l’accesso a
scuole, che ispirano il loro insegnamento a logiche confessionali e
sono a pagamento, oppure a scuole statali gratuite, ispirate al
principio di laicità e pluralismo culturale.
Decine di migliaia di genitori sono già oggi costretti a iscrivere
proprio figli alle scuole materne private per carenza di offerta
pubblica. Nonostante ciò la percentuale di bambini che frequentano
la scuola dell'infanzia statale è in continua crescita e raggiunge
il 58%. A qualcuno evidentemente ciò non sta bene. ...
In pratica il testo riporta la scuola per i bambini da 3 a 6 anni a
prima del 1968, anno in cui fu istituita la scuola materna statale,
prevedendo una supremazia del privato, per di più lautamente
finanziato con risorse pubbliche dello Stato, delle Regioni e dei
Comuni per un totale annuale di 700 milioni di euro, 100 milioni dei
quali sono quelli reintrodotti da Fioroni questo anno.
E pensare che i tagli alle scuole statali previsti dall’ultima
finanziaria sono di 1.400 milioni.
È totalmente assente nel testo l’idea della scuola della Repubblica,
la scuola di tutti e per tutti, istituzione fondamentale per
“rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano
la libertà e l’uguaglianza dei cittadini e impediscono il pieno
sviluppo della persona umana”.
Bruno Moretto (Scuola e Costituzione)