Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO "GIORDANO BRUNO" 

Fondata nel 1906

Aderente all' Union Mondiale des Libres Penseurs - International Humanist and Ethical Union

Presidenza nazionale:

prof.ssa Maria Mantello,


Roma

telefax: 067001785,


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Presidenza sezione di Roma - Coordinamento Web

prof. Maria Mantello


Roma


e.mail

Presidenza Onoraria e Sezione di Torino:

avv. Bruno Segre


Torino


e.mail , e.mail2

SCANDALOSI FINANZIAMENTI ALLE SCUOLE PRIVATE

 

Il diritto allo studio è sancito dalla Costituzione Italiana. In particolare è d’uopo ricordare i seguenti articoli:

Art. 33 L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.

La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.

Art. 34 : “... I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.”

Art. 3 : “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge...”

Se ne deduce che il diritto allo studio è garantito per tutti, anche se privi di mezzi. Il Governo ha dato un’interpretazione della parità scolastica e del diritto allo studio con la legge 62/2000: “Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione”. Questa legge (nota come Legge sul Buono Scuola), per superare l’art. 33 della Costituzione prevede che i finanziamenti non vengano diretti alle scuole private, ma come sostegno alle famiglie.

Questa legge si propone il “...fine di rendere effettivo il diritto allo studio e all’istruzione a tutti gli alunni delle scuole statali e paritarie...lo Stato adotta un piano straordinario di finanziamento alle Regioni e alle Province autonome di Trento e di Bolzano da utilizzare a sostegno della spesa sostenuta e documentata dalle famiglie per l’istruzione mediante l’assegnazione di borse di studio... (art.9)”. Si è dunque giunti ad un finanziamento diretto agli alunni frequentanti le scuole paritarie, stabilito per legge (art. 12. “...è autorizzata la spesa di lire 250 miliardi per l’anno 2000 e di lire 300 miliardi annue a decorrere dell’anno 2001 e art. 13. “A decorrere dall’esercizio finanziario... 2002 gli stanziamenti... sono incrementati, rispettivamente, della somma di 60 miliardi per contributi per il mantenimento di scuole elementari parificate e della somma di lire 280 miliardi per spese di partecipazione alla realizzazione del sistema prescolastico integrato”).

Tali finanziamenti diretti alle scuole paritarie vengono successivamente rinnovati mediante il decreto n. 30 del 30 marzo 2006, in base alla quale “ogni famiglia che ha un figlio iscritto a una scuola paritaria riceverà dal Ministero una lettera per ottenere il contributo”. In questo modo tutte le famiglie che mandano i propri figli alle scuole non pubbliche saranno certi di ricevere il contributo statale che con questo decreto ”...per l’anno scolastico 2005/2006: “ è stato di:

€ 220,00 per l’iscrizione scuole primarie paritarie

  € 260,00 per l’iscrizione scuole secondarie 1° paritarie

  € 346,00 per l’iscrizione scuole secondarie 2° paritarie.”

Anche l’attuale governo, con la nuova finanziaria, assicura contributi diretti alle famiglie che mandano i propri figli alle scuole paritarie. In particolare sono previsti euro 258 M per borse di studio e fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo, di cui euro 55 M in borse di studio a sostegno di famiglie con reddito non superiore a euro 15.493 per scuole medie e superiori. Euro 103,291 M vengono riservati alle Amministrazioni locali, per la fornitura gratuita dei libri di testo agli alunni delle scuole medie e, anche nella forma del comodato, a quelli delle secondarie superiori.

Il 95% della popolazione scolastica italiana frequenta scuole pubbliche ma non può accedere a tali finanziamenti, di cui fruiscono le scuole paritarie in maggioranza cattoliche. In Piemonte il diritto allo studio è stato finora regolato dalla Legge 10/2001, nota come legge sui Buoni scuola: con essa si ha diritto al rimborso per spese di iscrizione e frequenza, esclusi libri, mensa, trasporti. Possono partecipare tutti purché l’indice della spesa scolastica superi il 2% dell’indicatore del reddito. Di fatto per accedere a tali buoni-scuola era necessario avere alte spese di iscrizione: il 98% dei finanziamenti è andato alle famiglie con figli alle scuole paritarie. In luogo di tale legge regionale, per l’attuale anno scolastico è stato approvato un disegno di Legge dall’assessore Pentenero “Diritto allo studio e Libera scelta educativa”, che introduce l’ISEE, ma è prevista una doppia graduatoria: una per iscrizione e frequenza, un’altra per libri, POF, trasporti... il budget è di euro 101 M di cui: 30 M per edilizia; 71 M per diritto allo studio: 16 M per trasporti, libri, POF, 8 M per integrazione legge 62/2000, 13 M per dispersione scolastica, integrazione, 17 M scuole paritarie dell’infanzia non di enti pubblici, ecc. Ancora una volta, nonostante la nuova giunta sia di centro-sinistra, una buona parte dei finanziamenti vanno a coprire le spese di quanti hanno già un’alta quota di iscrizione e cioè alle famiglie più possidenti. Una buona legge che voglia garantire il diritto di studiare a tutti e che garantisca anche la libera scelta educativa, dovrebbe essere equa. Si potrebbe, per esempio, dare a tutti, in funzione dell’ISEE, ma indipendentemente dal tipo di scuola scelta per i propri figli, un contributo per l’acquisto dei libri di testo. A titolo d’esempio, le spese per i libri di testo della scuola media, che è scuola dell’obbligo, si aggirano tra 250 e 300 euro.

Alcune regioni italiane prevedono i buoni-scuola; altre invece hanno abrogato tale sussidio oppure non lo hanno mai proposto. Ad esempio, l’Emilia Romagna dopo l’azione di insegnanti e genitori, ha previsto con la legge regionale 26/2001 borse di studio con un valore fisso : euro 125 per primarie, 250 per secondarie di 1° grado e fino a 1.000 per le secondarie di 2° grado. Le famiglie non devono documentare le spese sostenute ma certificare esclusivamente il proprio ISEE. La Toscana con la Legge 32/2002 fornisce assegni di studio assegnabili mediante l’indice ISEE per iscritti a scuole paritarie e statali; sono inoltre previsti contributi per scuole materne parificate e per i libri di testo. La Liguria ha presentato una nuova legge (Legge 15/2006) che assegna borse di studio fino al 50% delle stesse spese sostenute dalle famiglie, relative a: iscrizione e contributi di frequenza scolastica; POF, spese di trasporto, e mensa scolastica; libri di testo.

Viceversa in Lombardia vengono assegnati buoni scuola basati sull’ISEE fino al 50% della spesa, ma con una franchigia di 208 euro. La franchigia è tale per cui ancora una volta i finanziamenti andranno alle famiglie con figli alle scuole private. Chi ha figli alle scuole medie non potrà avere nessun rimborso in quanto non ha spese d’iscrizione. In Sicilia i buoni-scuola possono coprire fino al 75% della spesa con un rimborso fino a 1.500 euro. Il Veneto con la legge 1/2001 prevede buoni-scuola per studenti di scuole elementari, medie, superiori statali e parificate e dei primi 2 anni di formazione professionali. Anche in questo caso è prevista una franchigia di 200 euro.

Per quanto riguarda l’estero si possono citare come esempi:

U.S.A. Nell’Ohio il finanziamento annuale è di 2.250 dollari. Ne beneficiano le famiglie, molte sotto la linea di povertà.

EUROPA In Belgio e in Olanda la parificazione tra istituti pubblici e privati è totale. In Danimarca il contributo statale arriva a sostenere l’80-85% delle spese degli istituti privati.

In Germania il finanziamento pubblico è spettanza esclusiva delle Regioni, e diverso in ogni “Land”. Il contributo statale oscilla tra il 40 e il 50% delle spese. Al finanziamento statale va però aggiunto, per le scuole religiose, il contributo dell’imposta di culto, sia cattolico che protestante.

In conclusione, quanto alla “libertà di scelta educativa” delle famiglie, tanto cara alla parte più integralista del mondo cattolico, essa si configura di fatto come una prevaricazione nei confronti del diritto degli allievi a ricevere una formazione pluralista capace di favorire e stimolare una piena crescita culturale ed umana dell’individuo: una formazione che solamente la scuola pubblica e laica, non ideologicamente orientata, è in grado di garantire. Non ci sembra, insomma, che debba essere favorita – e a maggior ragione con l’esborso di soldi pubblici – la frammentazione del sistema formativo in isole culturali scarsamente comunicanti, tanto più in una fase storica come l’attuale, nella quale la presenza in Italia di un numero sempre maggiore di migranti, provenienti da mondi diversi dal nostro, rende la scuola laica uno dei pochi terreni di dialogo ancora praticabili. A maggior ragione in un momento di difficoltà finanziarie, tutti i fondi regionali disponibili devono essere orientati al miglioramento della qualità della scuola pubblica ed in particolare alla garanzia di un reale diritto allo studio.

 

Silvia Bodoardo

(Coordinamento Genitori Nidi, Materne, Elementari e Medie)

Direttore Responsabile: Maria Mantello Webmaster: Carlo Anibaldi 

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