Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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ASSOLTO IL MEDICO CHE STACCÒ LA SPINA A WELBY Si apre la strada al testamento biologico di Maria Mantello Mario Riccio, medico di Piergiorgio Welby, è stato assolto dall’accusa di omicidio consenziente. Ha solo sottratto il suo paziente ad una terapia che non voleva. E’ quanto ha stabilito il gup Zaira Secchi, che ha ricordato come nessuno possa essere obbligato a un determinato trattamento sanitario. Il malato, se capace di intendere e di volere e debitamente informato, ha tutto il diritto di rifiutare una terapia. Ed è dovere del medico assecondarlo. Pertanto, il dott. Riccio, quando il 20 dicembre del 2006, aveva “staccato la spina” a Welby, ha adempiuto ad un suo preciso obbligo professionale.
La sentenza è stata salutata positivamente dalle aree progressiste
del nostro Paese, consapevoli della portata civile e giuridica della
vicenda Welby. Ignazio Marino, presidente della Commissione Sanità
al Senato, afferma che la sentenza è «in linea con l’articolo 32
della Costituzione e con la convenzione di Oviedo (Convenzione del
Consiglio d’ Europa sui diritti dell’uomo e
Soddisfazione per il proscioglimento del medico di tutti i radicali, a cui va il merito di aver fatto del caso Welby una bandiera politica per il diritto all’autodeterminazione sempre. Marco Cappato, che quel 20 dicembre era al capezzale di Welby, ha detto: «L’assoluzione di Mario Riccio è una conquista straordinaria della non-violenza radicale di Piergiorgio Welby». Ed Emma Bonino ha così commentato la notizia: «Questa è una decisione di grande civiltà giuridica. Con l’orgoglio di rivendicare che è stata una grande battaglia radicale». Rita Bernardini, segretario radicale ha dichiarato: «Con questa sentenza si apre una nuova strada». Quella del testamento biologico, come auspicano, ad esempio, Livia Turco, ministro della Salute, che nella sentenza vede «una tappa importante per la definizione di garanzie per l’autodeterminazione del paziente»; oppure Luigi Manconi, sottosegretario alla Giustizia, che ha parlato di «un ulteriore motivo per affrontare, finalmente, anche sul piano legislativo questioni come il testamento biologico». Non hanno esultato invece le frange conservatrici del nostro Paese, che hanno espresso sconcerto per la sentenza: Riccardo Pedrizzi di An, Luca Volontè dell’Udc e Lorenzo Cesa, segretario dell’Ude. Il cardinale Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le Cause dei santi, ha ribadito come la vita sia dono di Dio. E la sofferenza un valore per i cristiani. Mina, moglie di Welby, ha detto: «Spero che questa sentenza aiuti altri malati, altri medici. Spiani la strada ad una legge sul testamento bio1ogico.». |