Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Il corpo della donna proprietà del maschio: lo stereotipo continua - dalle pubblicità agli stupri...di Ileana MontiniC' una pubblicità tragicamante diseducativa che perpetua un immaginario dove il corpo della donna è strumento di piacere. Un giovane uomo appena sveglio, con alle spalle una donna bionda sul suo letto, sta per andare a farsi un cappuccino con la sua nuova Bialetti, ma, a un tratto, si ferma a pensare se invece non sarebbe meglio una bella cioccolata. Prontamente il letto girevole scaraventa via la bella ragazza e dal cielo piove una donna di colore, che sta a incarnare la cioccolata. Il ragazzo intanto ci ripensa e decide che anche un buon cappuccino non sarebbe poi male. Così, la splendida bionda ripiomba sul letto e le due donne si ritrovano insieme a stringersi la mano per soddisfare il desiderio del giovane. E’ la pubblicità della nuova caffettiera Bialetti (http://it.youtube.com/watch?v=pQzDe6ZQgFM).
Melania G. Mazzucco nel suo
straordinario romanzo storico sul
pittore veneziano Tintoretto (
La lunga attesa
dell’angelo, ed.Rizzoli), gli fa
dire che il corpo delle meretrici è
“Corpo da materasso, da sesso e da
orgasmo; il corpo che solo gli uomini
sanno vedere. Corpo svelato, corpo
ostentato, corpo goduto.”.
I quattro giovani romeni hanno dichiarato
quello che sanno che è legittimo dire al
loro Paese come in Italia: “volevamo
divertirci”. Chiara Saraceno intervistata da
la Repubblica (29 gennaio, 2009) ha
detto di essere rimasta colpita dalle parole
gridate dopo l’arresto dello stupro di
Capodanno:”Consegnatelo al
padre di lei, ci penserà lui”.
Per esempio, il persistere dell’usanza del
padre che accompagna la figlia alla
celebrazione del matrimonio. E’ una sorta di
condizionamento che ha la forza di uno spot
pubblicitario: le donne appartengono al capo
famiglia il marito e padre. E, in mancanza
appartengono ai figli e ai fratelli. Marc Lazar, sociologo e politolago francese specializzato sul Paese Italia, nel suo ultimo saggio “L’Italia sul filo del rasoio, la democrazia nel Paese di Berlusconi” (ed.Rizzoli), scrive che “Il cambiamento in Italia non corrisponde a un taglio netto con la tradizione, in cui quest’ultima sarebbe irreparabilmente gettata a mare. No, esso genera una ‘modernità tradizionale’: l’irruzione dell’innovazione e del nuovo è legata indissolubilmente alla persistenza della tradizione e del vecchio.”. Un “vecchio” che perpetua addirittura il modo di pensare di qualche secolo fa.
Il Cavaliere, Silvio Berlusconi, sarebbe
l’araldo di una modernizzazione tradizionale
che consiste nel rimodernare il Paese “pur
rispettando le tradizioni”. | |||||||||||