Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Le fiamme e la ragione. Giordano Bruno 24 e 25 gennaio, Auditorioum, Parco della musica, sala Petrassi, ore 21
Le fiamme e la ragione. Giordano Bruno. Questo il titolo della particolare messa in scena di Corrado Augias, per la regia di Ruggero Cara, presentato dalla Promo Music. Una sorta di sincretismo di parole-musica-video- dagli interessanti effetti scenici, che ha portato sul palcoscenico dell'Auditorium di Roma, il 24 e il 25 gennaio 2008, una delle pagine più tragiche della repressione della libertà di ricerca: l'assassinio mediante condanna al rogo di Giordano Bruno, uno dei massimi geni della storia della cultura occidentale, studiato in tutto il mondo, ma che in Italia è poco conosciuto, addirittura manipolato o censurato in certi manuali di filosofia. Voce narrante ed autore di le fiamme e la ragione è Corrado Augias, che attraverso la vicenda di Bruno espone tematiche di scottante attualità: la libertà di pensiero, la laicità dello Stato, l'autonomia della ricerca scientifica, il rapporto tra religione e potere. Operando raccordi e rimbalzi tra eventi ed epoche storiche apparentemente distanti: dal periodo della Riforma contro cui la Chiesa lancia la Controriforma sulla base dei deliberati del concilio di Trento, alla Chiesa costantiniana a cui dopo segue il famigerato editto di Teodosio del 380, dove il cattolicesimo apostolico romano diventa religione di Stato. Ovvero, la legge dello Stato è quella della Chiesa. Chi crede o pensa diversamente è perseguitato, finanche legalmente ucciso. L'unità di cittadino e credente dell'impero romano, e prima ancora del mondo greco, è franta con il cristianesimo. E sarà ricomposta dopo secoli, quando, in un’Europa straziata dalle guerre di religione, si farà strada la necessità della separazione Stato - Chiesa. Una separazione che passava per l’emancipazione dell’individuo, e che Bruno intuisce nel vortice dei suoi infiniti mondi, dove tutto diviene nell’infinita natura, dove anche gli esseri umani, proprio perché di questo divenire fanno parte, grazie alla ragione si fanno padroni della propria storia. Una separazione tra Stato e Chiesa che Locke e Spinoza pongono a fondamento della civile convivenza umana. E che con la Rivoluzione Francese, sono punto di non ritorno nell'internazionalizzazione di libertà, uguaglianza e fratellanza – ricorda Augias-. Quindi è ancora la vicenda e il pensiero di Bruno, seppure in una divulgazione essenziale di questa sorta di lezione-spettacolo, a riprendersi il palcoscenico. E’ il pensiero di Bruno che la Chiesa vuole reprimere. Vuole ostacolare invano quella rivoluzione filosofico-scientifica che sta mettendo irrimediabilmente in crisi l’ "auctoritas" ecclesiale e le sue supposte verità. E il dramma si ripete più volte. E torna ad essere plateale con Galileo Galilei, processato e costretto all’abiura per mano dello stesso implacabile inquisitore di Bruno, il Cardinale Roberto Bellarmino, che nel 1830 Pio XI proclama: santo, dottore della chiesa, protettore dei catechisti. ‘’Giordano Bruno –ha detto Augias- e’ un uomo irrequieto e indomabile. Al contrario di Galileo, che alla fine scelse la vita in cambio dell’abiura. Bruno continuerà a dire di no davanti a qualunque accomodamento gli venga proposto”. Vivacità intellettuale e caparbietà nel non rinunciare alla propria libertà di filosofia lo caratterizzano. E ne fanno un grande. Un simbolo –sottolinea ancora Augias-. Ecco perché, quel rogo acceso nell'anno santo del 1600, in quel 17 febbraio a Campo de' Fiori, spettacolo terribile di una Chiesa che mostra il suo potere ai pellegrini, e per il quale nel 2000 papa Giovanni Paolo II, ancora dopo tanti secoli ha saputo esprimere solo rammarico (almeno il rammarico- commenta Augias-), continua ad essere la fiamma della libertà. L’Elogio del pensiero fuori da ogni vincolo. Ovvero l’elogio del dubbio pronunciato da un Gustavo Zagrebelsky in video. A oltre quattrocento anni dalla Morte di Giordano Bruno, in piena polemica tra relativismo e dogmatismo, lo spettacolo di Augias è un invito a studiare ed approfondire il pensiero di Giordano Bruno: un prezioso scrigno per l'autodeterminazione degli individui, chiamati a pensare con la propria testa e a dialogare in quanto esseri umani dubitanti, e quindi in grado di travalicare gli steccati delle particolari verità assolute. Ed ecco in chiusura un altro video: Gustavo Zagrebelsky invita a riflettere su come le relazioni umane siano giocate sul predominio o della “carità” o della “verità”. Se prevale la prima, la carità, c’è solidarietà e l’ascolto benevolo, quindi fattivo dialogo; se prevale invece la pretesa di essere detentori della verità, è il trionfo della prevaricazione e dell’arroganza. Solo sulla prima strada: l'ascolto delle ragioni dell'altro, ovvero quella della carità, è possibile costruire libertà e giustizia. Proprio come Giordano Bruno auspicava più di quattro secoli fa. mm. | |||||||||||