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Editoriale 06/2008
Necessaria riscossa del laicismo
in Italia
La vittoria elettorale di Berlusconi, alleato alla Lega Nord e ad Alleanza
Nazionale, ha segnato non soltanto una “debacle” dell’estrema sinistra, ma
anche un insuccesso dei socialisti che avevano inserito il laicismo nel loro
programma.
Tale sconfitta era stata preceduta dal fallito referendum contro la legge
sulla procreazione artificiale. Certamente hanno influito sui risultati
elettorali il mancato adempimento delle promesse del Governo Prodi, lacerato
al suo interno da contrasti politici, l’aspirazione dei cittadini alla
sicurezza, l’aumento del costo della vita, la mancata riforma della legge
elettorale, il desiderio comune di semplificare il quadro politico verso il
bipolarismo. Tutte queste ragioni hanno spinto gli elettori ad una scelta
accolta con compiacimento dal Vaticano.
Così, i giornali diocesani hanno potuto intitolare “La disfatta del
laicismo” le loro analisi del voto. Però si sbagliano se credono che il
laicismo sia soccombente nel nostro Paese. Il laicismo è una forza viva, una
cultura, un’esigenza di democrazia e di progresso sociale, di difesa
dell’autonomia dello Stato, di libertà del pensiero. Perciò un occasionale
successo del Centro- destra non sminuisce affatto la spinta ideale che, più
di prima, si va manifestando nella società italiana.
“Le leggi che continuamente vengono proposte dal nuovo Governo sono un
attentato alla democrazia – ha scritto l’on. Antonio Di Pietro, fondatore
dell’Italia dei Valori- Se passano, vincerà il regime e perderà per un tempo
indefinito la democrazia... Non c’è bisogno dell’esercito per togliere la
libertà ai cittadini. E’ sufficiente legiferare contro la Costituzione,
contro l’indipendenza della magistratura, contro la sicurezza dei cittadini,
contro la libera informazione”.
E’ stato già approvato l’incostituzionale “lodo Alfano” (ex-lodo Schifani)
che esonera – da tutti i reati non commessi nell’esercizio delle proprie
funzioni- le prime quattro cariche dello Stato (presidente della Repubblica,
presidente del Consiglio dei Ministri, presidenti del Senato e della
Camera). Stupisce che il presidente Napolitano abbia potuto firmare tale
norma “ad personam”, che mira all’immunità giudiziaria di Berlusconi nei
procedimenti penali in corso a suo carico.
La durissima battaglia sul famigerato progetto di legge “blocca processi”
(sospensione automatica per un anno dei processi per reati commessi prima
del 30 giugno 2002), che ha contrapposto la magistratura agli attacchi di
Berlusconi contro le “toghe rosse”, sembra risolta mediante uno
“slittamento” dei processi per 18 mesi relativamente ai reati commessi prima
del 2 maggio 2006, puniti con pena inferiore ai 4 anni di reclusione. Così
300 mila processi (senza esecuzione della pena per via dell’indulto)
finiranno nel cassetto...
Le genuflessioni di Berlusconi, le apologie del clerico- fascismo, i
compromessi conseguenti alle richieste della S. Sede sono un campanello
d’allarme nell’evoluzione verso il regime. E’ dovere di quanti hanno a cuore
le sorti del Paese di bloccare questo pericolo.
Bisogna mobilitare tutti i cittadini affinché aprano gli occhi e reagiscano.
Messaggi, appelli, agitazioni, comizi, cortei, scioperi siano lo strumento
dei militanti che credono negli eterni ideali di libertà, eguaglianza,
fraternità contro il “Cavallo di Troia” del Centro- destra.
Prepariamo la riscossa. “E sia il combatter corto- che l’antiquo valor-
negli italici cor- non è ancor morto”
Bruno Segre
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