Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

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DOPO ELEZIONI E REFERENDUM

SOSTEGNO ALLO STATO LAICO

 

Editoriale 06/2006

Una lunga stagione di elezioni regionali, politiche, amministrative e presidenziali ha portato alla vittoria il Centro-sinistra, concludendo il quinquennio del Governo Berlusconi.

La maggior parte delle Regioni e dei Comuni più popolosi, la presidenza del Consiglio (Prodi), del Senato (Marini), della Camera (Bertinotti) sono ora affidati alla guida della coalizione di Centro-sinistra. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è un ex-comunista della corrente “migliorista” cioè vicina ai socialisti, a suo tempo dissidente dalla politica aggressiva dell’URSS.

Nel discorso d’insediamento alla massima carica dello Stato, l’ex-senatore a vita Napolitano ha riaffermato il valore della laicità dello Stato: “essenziale il laico disegno dei rapporti tra Stato e Chiesa, ognuno nel proprio ordine indipendente e sovrano”. In un momento storico in cui la frontiera tra fede e politica viene spesso oltrepassata dall’ingerenza delle gerarchie ecclesiastiche appare significativo che il Presidente della Repubblica inauguri il suo mandato ribadendo la separazione fra la Repubblica e il Vaticano.

Infine gli elettori convocati alle urne per il “referendum popolare confermativo di riforma costituzionale”, hanno respinto con il 61,3 per cento dei voti il testo delle modifiche elaborate da quattro deputati del Centro-destra alla II parte della Costituzione.

Mentre la Costituzione venne elaborata nel 1947 da una Commissione di 75 membri di diversa ispirazione politica tra i più esperti ed autorevoli dell’Assemblea Costituente, l’attuale progetto di revisione, voluto dal Centro-destra, venne redatto dagli on. Pastore (FI), Nania (AN), D’Onofrio (UDC), Calderoli (Lega) riunitisi per qualche settimana in una baita del Cadore, a Lorenzago, senza la necessaria collaborazione con l’Unione. Così, questa terza sconfitta spezza quell’alleanza politica che il leader di Forza Italia, Berlusconi, aveva costruito con il leader della Lega Nord, Bossi, dominando il Paese per l’intera legislatura senza risolvere i gravi problemi dell’economia e moltiplicando le leggi “ad personam” per proteggere se stesso e i suoi amici dal giudizio della magistratura.

Ora il Governo Prodi trova la strada sgombra (anche se al Senato dispone di una limitata maggioranza, garantita tuttavia dai senatori a vita e da quelli eletti nelle circoscrizioni estere) per mantenere le promesse elettorali, tra cui l’abrogazione delle scandalose leggi sulla  riduzione della prescrizione estintiva dei reati, sul falso in bilancio, sull’inappellabilità per i P.M. delle sentenze assolutorie, sul sistema elettorale, sulla normativa TV, sull’assetto giudiziario, ecc.

L’Unione è sorta da un compromesso delle forze laiche con i cattolici della Margherita, per cui il programma del Centro-sinistra, vittorioso nelle elezioni del 9-10 aprile, non ha previsto né la revisione (se non l’abrogazione) del Concordato, né l’abolizione dei nuovi privilegi accordati alla Chiesa (esenzione ICI, buoni scuola, insegnamento della religione nelle scuole, ecc).

Si spera nell’approvazione dei PACS e della pillola abortiva contro l’offensiva scatenata dal cardinale Ruini. Altri obiettivi (impiego delle cellule staminali, divorzio breve, eutanasia, riconoscimento dei diritti degli omosessuali, fecondazione artificiale) appaiono più lontani, anche perché Prodi è un ex-democristiano, fedele alle pretese cattoliche in un Paese che invece ha bisogno di aria libera e pulita.

Nel mutamento del quadro socio-economico e delle tematiche progressiste si inserisce la prospettiva di un Partito Democratico, che dovrebbe riunire in un’unica formazione laici e cattolici (nella fattispecie l’Ulivo e la Margherita). Questa prospettiva appare impraticabile perché ciascun gruppo politico ha la sua visione derivante da diverse origini e tradizioni storiche. Se non riuscì a suo tempo l’unificazione tra socialisti e socialdemocratici, si può seriamente immaginare un Partito con due anime (laica e cattolica) con leader antagonisti, con elettori incapaci di comprendere l’arte del compromesso politico?

Nei Paesi anglosassoni esiste un bipartitismo (laburisti e conservatori in Gran Bretagna, democratici e repubblicani in USA), ma l’Italia è il Paese che presenta uno schieramento elettorale di 30 liste e accetta una doppia morale (sostenitori della Chiesa Berlusconi, Fini, Casini divorziati e risposati!). Pertanto sembra velleitaria la prospettiva di un Partito Democratico contrapposto ad uno o più Partiti di Centro-destra.

Per ora attendiamo che il Governo Prodi non riposi sugli allori, ma affronti con responsabilità e decisione una situazione assai difficile, mantenendo sollecitamente le molte promesse elettorali.

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