Editoriale 03/2007
CROCIATA DELLA CHIESA CONTRO LA LEGGE SULLE UNIONI DI FATTO
Aderendo alle istante di molti italiani (500 mila le coppie di fatto)
dopo mesi di dibattiti, inchieste e polemiche fra i Partiti, nelle
Associazioni e alle TV, il Consiglio dei Ministri aveva approvato un disegno
di legge sulle unioni di fatto per il riconoscimento dei “diritti e
doveri delle coppie conviventi” nei settori dell’assistenza
sanitaria, della pensione di reversibilità, della corresponsione degli
alimenti, sinora riservati alle coppie sposate.
Il testo della proposta di legge era stato redatto dalle onorevoli Rosi
Bindi (Margherita), Ministro della Famiglia, e Barbara Pollastrini (DS)(,
Ministro per le Pari Opportunità. Il disegno di legge, che ricalcava in
parte i PACS (patti di convivenza e solidarietà), vigenti da qualche anno in
Francia e altrove, ha assunto la sigla DI.CO. (diritti di convivenza) e mira
a tutelare “due persone maggiorenni e capaci, anche dello stesso
sesso, unite da reciproci vincoli affettivi, che convivono stabilmente e si
prestano assistenza e solidarietà morale e materiale”.
Questa proposta di legge, di cui non è possibile, per mancanza di spazio,
illustrare le singole norme, frutto di un insoddisfacente compromesso, è
stata contestata dal Ministro della Giustizia, l’ex-democristiano, ora
presidente dell’UDEUR, Mastella, che non ha partecipato alla seduta del
Consiglio dei Ministri.
Dopo la caduta del Governo Prodi al Senato sulla politica estera, il
progetto di legge ha mutato il suo patrocinio. Il premier, riconfermato da
Napoletano e votato dalle Camere, ha in sostanza assegnato l’iter del
progetto di legge all’iniziativa parlamentare, non più a quella governativa.
Intanto la Chiesa cattolica ha iniziato una vera e propria crociata
contro tale progetto di legge che minaccerebbe l’istituto della famiglia e
favorirebbe le convivenze delle coppie omosessuali. Grandi manifestazioni
popolari sono state organizzate a Roma: una kermesse gay il 10 marzo a
sostegno delle rivendicazioni dei propri diritti, una contromanifestazione
ha mobilitato il Centro-destra e Associazioni cattoliche.
Mentre a Padova il Comune, retto dal Centro-sinistra, legalizza le coppie
di fatto registrandole nello stato di famiglia, come già verificatosi in
altre città, il Vaticano pretende, come al solito, di imporre al Paese le
proprie dottrine, approfittando della debolezza istituzionale della
Repubblica, troppo poco golosa della propria sovranità.
Il Vaticano dimentica tuttavia le lezioni di una Storia recente, quando
la legge Fortuna-Baslini nel 1970 introdusse il divorzio (che non rovinò
affatto matrimoni e famiglie) e quando nel 1978 fu approvata la legge
sull’interruzione volontaria della gravidanza (che evitò pericolosi aborti
clandestini).
Il buon senso popolare, l’esempio delle altre democrazie d’Occidente, la
distinzione fra dottrina cattolica e libertà di coscienza, vinsero allora
l’intransigenza fanatica della S. Sede. Anche stavolta il disegno di legge
sui DICO e altre analoghe proposte depositate in Parlamento finiranno di
unificarsi in un testo che, con emendamenti migliorativi, verrà approvato a
beneficio delle tante coppie di fatto, eterosessuali ed omosessuali.
Sotto la testata del giornale “L’OSSERVATORE ROMANO” figurava il motto “Non
prevalebunt” (non prevarranno) riferito ai nemici del Vaticano. La
Storia lo ribalterà: il Vaticano non prevarrà sui diritti umani.