Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

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ARTICOLI

Libero Pensiero 12/2006

 

LA STORIA INFINITA DI RADIO VATICANA

 

E’ da trent’anni che gli abitanti di Cesano sono costretti ad ascoltare Radio Vaticana anche senza averne voglia. La voce cattolica può colpire attraverso citofoni e tubature; i lampadari si trasformano in antenne; a volte accade che le cancellate, “intercettate” dalle potenti onde trasmesse dall’emittente, si aprano e si chiudano. Ma come se ciò non bastasse sono aumentati i casi di leucemia: già 19 i morti di cui 10 bambini. I Comitati cittadini, hanno chiesto allo Stato di intervenire. Nel 1999 hanno anche denunciato Radio Vaticana.

Il primo giudizio della Magistratura è arrivato nel 2000: Nessuno tocchi la radio di Dio! Su di essa può intervenire solo la Chiesa, visto che i terreni su cui opera l’emittente sono stati donati dallo Stato Italiano al Vaticano.

Nel 2001, quando ormai la vicenda era diventata di dominio pubblico, anche il Ministro dell’Ambiente, Wille Bordon, è intervenuto con la minaccia di “zittire” Radio Vaticana se non si fosse adeguata alle “leggi italiane”. Ma la portata delle emissioni elettromagnetiche non è stata ridotta affatto. Anzi c’era chi in quel frangente chiedeva di risolvere la questione alzando la soglia di tollerabilità da elettrosmog.

I Comitati non hanno però abbandonato la lotta. E la vicenda giudiziaria è continuata sul rimpallo delle competenze e sulla inviolabilità del Concordato. Forse è bene ricordare l’ordinanza del giudice Andrea Calabria della 1° Sezione del Tribunale Penale di Roma, che nell’udienza del 19 febbraio 2002, accogliendo l’eccezione sollevata da Radio Vaticana sull’esenzione da “ogni ingerenza da parte dello Stato italiano” (art. 11 Trattato del Laterano del 1929), aveva dichiarato l’improcedibilità contro la dirigenza dell’emittente. Ad essere zittiti sembravano i cittadini di Cesano.

Tuttavia nel 2003 si apriva per loro uno spiraglio: la Corte Suprema di Cassazione riconosceva allo Stato italiano il diritto-dovere a procedere contro l’emittente. Il 9 maggio 2005 è così arrivata la sospirata sentenza del tribunale di Roma. Il giudice, Laura Martoni non solo ha riconosciuto che Radio Vaticana “produce inquinamento elettromagnetico”, ma ha anche condannato il direttore generale di tale Radio, padre Pasquale Borgomeo, a dieci giorni di arresto (con sospensione della pena) e il cardinale Roberto Tucci (dirigente della Radio) alla multa di 200 euro e ad un mese di reclusione.

Sulla base di questa sentenza, il giudice Zaira Secchi ha ordinato una perizia epidemiologica. Superati gli ostacoli giudiziari, però, sono arrivati quelli della burocrazia finanziaria. C’è l’ok del Ministero di Giustizia  per sostenere il costo complessivo dello studio: 200 mila euro in due anni di lavoro. Ma ecco pronto l’intoppo: come anticipare i fondi necessari per retribuire il perito, visto che il denaro può essere erogato solo previa fatturazione? Insomma, da una parte lo Stato può pagare solo a lavoro compiuto; dall’altra, il perito non può iniziare il lavoro se non ha il denaro necessario. Un paradosso che sembra risolto affidando l’incarico all’Istituto Europeo dei tumori di Milano. Questo anticiperà i fondi per tutte le operazioni. Il Ministero di Giustizia salderà a lavori eseguiti.

Una storia quasi kafkiana se si pensa che lo Stato Italiano versa al Vaticano svariati miliardi di euro ogni anno (solo dal gettito dell’8 per mille siamo ormai a quota un miliardo). Augusto Rossi del “Comitato Bimbi senza antenne” (una figlia ammalatasi di leucemia quando aveva 20 mesi e sopravvissuta grazie al trapianto del midollo e alla chemioterapia) auspica che finalmente “si faccia luce su cosa è accaduto in questi 30 anni”. Ma di una cosa egli è certo: “Quelle antenne devono essere tolte perché qui si continua a morire”.

Maria Mantello

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