Porta Pia è il simbolo della liberazione dalla teocrazia. In quel famoso 20
settembre del 1870 Roma divenne finalmente capitale d’Italia e finiva il
potere del papa-re. Si apriva un orizzonte di fattiva emancipazione dalla
suddidanza alla fede. Ed era una conquista grandiosa: per l’Italia... per
l’Europa... per il mondo intero. La distinzione tra Stato e Chiesa veniva
definitivamente conquistata grazie a quella famosa breccia aperta dai nostri
bersaglieri. Oggi, di fronte a rigurgiti che vorrebbero la legge dello Stato
laico e democratico asservita a diversi catechismi religiosi, Porta Pia è un
formidabile simbolo di progresso e di civiltà. E’ un monito contro i
fanatismi della fede di casa nostra e d’importazione, perché ci aiuta a
ricordare che, prima di supposte ed omologanti appartenenze di gruppo, c’è
l’individuo che ha il diritto dovere di autodeterminarsi e di progettarsi
nel rispetto responsabile della propria ed altrui libertà. Affinchè questo
possa accadere bisogna rinforzare i principi di libertà, laicità e
democrazia e pretenderne il rispetto da tutti”. Questo l’appello con cui la
Sezione romana dell’Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano
Bruno”, ha dato appuntamento ai romani davanti alla lapide che ricorda la
Breccia.
Come ogni anno, si sono adunate le diverse associazioni laiche e libertarie,
che con stendardi e corone hanno reso omaggio ai bersaglieri caduti per
l’annessione di Roma all’Italia. Accanto alla corona della Presidenza della
Repubblica, deposta dai corazzieri, quelle di Regione, Provincia e Comune.
La Regione era rappresentata da Regino Brachetti, la Provincia da Sergio
Urilli e il Comune di Roma, dalla delegata del Sindaco, Franca Eckert Coen.
Quest’ultima nel suo intervento, ha evidenziato l’importanza del XX
settembre come simbolo di cittadinanza per tutti: “finivano finalmente i
ghetti, anche gli ebrei romani erano cittadini...Si apriva la strada per la
conquista progressiva delle libertà civili. Finiva la Roma dei papi e si
affermava il valore della laicità dello Stato italiano, per cui tanti
patrioti del Risorgimento erano caduti”. L’onorevole Franco Grillini (sua la
proposta di legge per ripristinare il XX settembre festa nazionale) ha
sottolineato il valore ideale di Porta Pia per salvaguardare diritti e
libertà che sono a base della nostra Repubblica, ma che tante difficoltà
ancora trovano a realizzarsi compiutamente a causa delle ingerenze vaticane
e della sudditanza alla CEI di tanti politici.
Alessandro Vannini Scatoli, presidente dell’associazione Niccolò Scatoli (il
trombettiere che aveva guidato la marcia dei bersaglieri in quel mattino del
20 settembre del 1870), dopo aver ricordato brevemente la vicenda eroica del
suo antenato, e reso omaggio ai caduti per Roma capitale, ha sottolineato
come “Porta Pia sia uno degli avvenimenti più alti della nostra Storia:
compimento del nostro Risorgimento; espressione di valori di libertà, che
determinano la nostra appartenenza di italiani al di là delle opinioni e
degli orientamenti politici”.
La presidente della Sezione romana dell’Associazione Nazionale del Libero
Pensiero “Giordano Bruno”, Maria Mantello, ha sottolineato, in particolare,
l’errore di identificare la civiltà con la fede religiosa: “e’ il sogno
delle teocrazie! Ma dobbiamo ricordare che a Porta Pia è stato sconfitto.
Pertanto spetta a noi liberi pensatori affermare il valore della laicità,
garante di progresso civile, in opposizione alla gabbie fideistiche che
vogliono rinserrare gli individui nell’omologazione del gruppo impedendo
l’emancipazione individuale”. Ha quindi citato la vicenda di Hina Saleem:
“esempio drammatico di una inaccettabile subordinazione familiare e sociale,
che oltre ad imporre burka, chador, escissioni agli organi genitali, arriva
ad uccidere perchè magari una ragazza indossa la minigonna... Allora, la
libertà passa per questa breccia, che deve rimanere aperta contro gli
integralismi di casa nostra e d’importazione. L’appartenenza non è nella
fede religiosa, ma nella Carta Costituzionale Repubblicana che tutti devono
conoscere e rispettare. E’ nella Costituzione la nostra civiltà”.
Maria Mantello ha ceduto quindi la parola a Paolo Cimarelli, socio
dell’Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno”, che ha
letto alcuni passi da “Il nostro XX Settembre” di Ernesto Rossi. L’
attualità del testo ha coinvolto il pubblico soprattutto nei seguenti
passaggi: “può commemorare il 20 settembre solo chi vuole abolire il
Concordato... comunque penosa sia la situazione presente, comunque avanzato
sia il processo di involuzione confessionale della nostra Repubblica, noi
però, non disperiamo. Sulla storia dell’umanità non cala mai il sipario ed
attori del dramma siamo noi, con la nostra volontà e i nostri ideali”. Un
monito ed un insegnamento.
Le critiche alle ingerenze clericali e la necessità di rimettere in
discussione il Concordato sono state anche alla base dell’intervento del
rappresentante dello UAAR, Paoletti, che ha ricordato come gli atei non sono
contrari alla religione, ma pretendono che questa rinunci ad imporre la
propria morale a tutti.
Sandro Masini, presidente dell’Associazione Democratica “Giuditta Tavani
Arquati” ha sottolineato il tentativo di rimozione da parte delle
Istituzioni di questa data per l’imbarazzo e il disagio di una classe
politica in larga misura subalterna alla gerarchia cattolica: “senza Porta
Pia, senza i bersaglieri e il coraggio di uno Stato che si metteva contro il
capo della sua religione ufficiale in nome dell’unità, non avremmo avuto la
nostra Repubblica di oggi: imperfetta, non abbastanza giusta, non abbastanza
laica, non sempre sufficientemente attenta ai diritti; ma in cui libertà,
uguaglianza e fraternità sono qualcosa più che mere parole”.
Il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi ha incentrato il
suo intervento soprattutto sulla difesa della scuola statale, l’unica in
grado di far fronte alla deriva oscurantista delle scuole confessionali, che
inibiscono lo sviluppo di personalità libere, aperte al vero dialogo: “alla
scuola statale vanno i migliori auguri per rispondere alle tante
responsabilità, non solo formative, ma anche sociali e civili, restando
immune dai fondamentalismi e da logiche imprenditoriali, confessionali o di
casta”.
Di difesa della scuola statale ha parlato anche Massimo Scioscioli,
Presidente dell’Associazione Mazziniana Italiana, Sezione di Roma,
ricordando il grande impegno profuso da Giuseppe Mazzini per un’educazione
del cittadino sottratta al monopolio ecclesiastico.
Al termine delle celebrazioni l’Associazione Niccolò Scatoli ha donato una
targa alla presidente della Sezione di Roma dell’Associazione Nazionale del
Libero Pensiero “Giordano Bruno” per il suo impegno civile nell’
affermazione e difesa della laicità.
L’intera manifestazione è stata seguita da un pubblico attento e partecipe,
che non ha lesinato applausi agli oratori e agli intermezzi delle bande
musicali.