LE ISTITUZIONI CATTOLICHE ESENTATE
DALL’ I.C.I.
Libero Pensiero 09/2005
Dallo Stato italiano la Chiesa
di soldi ne ha ricevuti sempre molti. Si pensi solo al meccanismo dell’8 per
mille che per il 2005 arriverà a farle incassare un miliardo di euro. A
tanta grazia, adesso, si dovrà anche aggiungere l’esenzione pressoché totale
dal tributo ICI. Ai tradizionali immobili ecclesiastici destinati al culto e
già esentati, infatti, si andranno ad aggiungere quelli in cui si svolgono
anche attività di guadagno commerciale. L’esenzione dal pagamento
dell’Imposta Comunale sugli Immobili (ICI), infatti, “si intende applicabile
anche nei casi di immobili utilizzati per le attività di assistenza e
beneficenza, istruzione, educazione e cultura …. pur svolte in forma
commerciale se connesse a finalita’ di religione o di culto”. Questo recita
l’articolo 6 del decreto legge n. 163, del 17 agosto 2005. E si noti quel
“pur svolte in forma commerciale”.
Il decreto, passato un po’ in
sordina durante l’estate, troverà applicazione prossimamente.
Suo scopo principale era quello
di trovare il modo di elargire altri finanziamenti indiretti alle scuole
cattoliche, che -come noto- assimilano magistralmente finalità religiose ed
attività commerciale. Il decreto 163, tuttavia, ha preferito muoversi in uno
spirito più ecumenico. Così dell’esenzione ICI potranno beneficiare anche
altri consistenti centri commerciali ecclesiastici: alberghi per i
pellegrini, case editrici, librerie, centri di assistenza sanitaria….
In omaggio alle finalità di una
religione eterna e rivelata, quindi di là del tempo e dello spazio, si vuole
che il decreto abbia almeno un certo valore retroattivo. Per il momento
sembrerebbe che i Comuni debbano restituire alla Chiesa tutte le imposte ICI
da questa erogate a far data dal 1993.