Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

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ARTICOLI

Libero Pensiero 06/2009

 

La legge è uguale per tutti?

Gli uomini che raggiungono il potere e possono dettare agli altri norme di comportamento, si potrebbero dividere in due categorie. La prima è fatta di legislatori onesti, consapevoli di disporre di un potere al quale sono stati chiamati dai cittadini per agire nel loro esclusivo interesse. La seconda è di quelli che, pur invocando sempre il Popolo Sovrano, lo fanno ipocriticamente per giustificare il potere che esercitano. Ora è naturale che i legislatori onesti siano rispettosi della legalità. Non calpestano la Legge. E per questo cercano di migliorare le leggi nell’interesse di tutti i cittadini. I disonesti, usano strumentalmente le leggi, le aggirano, o le cancellano se ostacolano il loro potere. La loro è una vocazione dittatoriale, che l’Italia ha già purtroppo conosciuto nel ventennio...
In Italia oggi viviamo una strana stagione. Il giornalista Corto Maltese sostiene che “abbiamo comici che fanno politica e politici che fanno ridere”. Ma penso che anche la voglia di ridere si dovrebbe essere esaurita. I cittadini che hanno spesso contato poco, adesso contano ancor meno, sebbene in nome loro vengono spartite le poltrone e le torte degli affari. Quando si pensa a quanti hanno lottato, a volte incontrando la morte, per darci una Patria libera e giusta, gli sconvolgimenti attuali sono inaccettabili. Adriano Sansa, un magistrato pacato ma fermo, ha scritto di recente: “Il nostro Paese sta perdendo la legalità formale e la sostanza morale della quale ugualmente è costituita. Il lodo Alfano, contro il quale si sono appena depositate le firme per il referendum, ha sancito la disuguaglianza davanti alla legge. Il rifiuto della legge esprime da parte del Governo l’intenzione di comandare, cioè di ottenere o completare un potere privo di limiti”. Un altro esempio ci viene dall’accorata lettera che Gabriella Nuzzi, pm a Salerno, trasferita dal suo ufficio dal CSM su richiesta del ministro Alfano, per aver osato indagare sul “malaffare giudiziario” di Catanzaro, da cui già era stato espulso come un corpo estraneo Luigi De Magistris, ha scritto al presidente dell’Ass.Nazionale Magistrati, Luca Palamara: “Quale la (mia) colpa? Avere doverosamente adottato ed eseguito atti giudiziari legittimi e necessari, avere risposto ad istanze di verità e giustizia. Avere accertato una sconcertante realtà che, però, doveva rimanere occultata (...) Il ‘sistema’ è malato, moribondo, affetto da un cancro incurabile, che lo condurrà inesorabilmente alla morte”.
Il Governo cerca di decidere su una condizione vitale della democrazia e della società con un presidente del Consiglio spesso coinvolto in vicende giudiziarie che non si sono concluse con un normale giudizio per l’avvenuta prescrizione (conseguente a leggi che ne hanno ridotto i termini), a condoni e sconvolgimento del sistema giudiziario. La Magistratura è continuamente denigrata, ricattata, messa in tutti i modi nell’impossibilità di svolgere i suoi compiti costituzionali. Già Aristotele, nel suo Trattato sulla politica scriveva: “Il potere che calpesta la giustizia si riduce alla brutalità predatoria di una banda di ladri”.


                                         Giorgio Di Gregorio



 

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