Libero Pensiero 06/2007
IL TRAMONTO DELLA
CRISTIANITA’
Una Chiesa prigioniera di
un’illusione: quella di poter conservare ancora l’antico potere, quando la
cristianità, crollata in seguito alla grande rivoluzione della società
occidentale degli anni ’70, non esiste più. E’ da questa illusione, afferma
il prete e teologo della Liberazione belga-brasiliano José Comblin in un
articolo pubblicato sulla “Revista Eclesiastica Brasileira” che
derivano le incertezze su cui di dibatte oggi la Chiesa: la sua incapacità
di “riconoscere che non si può più evangelizzare partendo da una
posizione di potere, ma solo da una relazione tra esseri umani su un piano
di uguaglianza”. Il rifiuto, anche nei suoi valori positivi, della
rivoluzione culturale portata dai tempi nuovi (a cui peraltro non
corrisponde un analogo rifiuto della rivoluzione economica, essendo prevalsa
una linea di compromesso, piuttosto che di conflitto, con i nuovi poteri). A
quella rivoluzione culturale, con la sua critica sistematica alle
istituzioni, comprese quelle ecclesiastiche, Giovanni Paolo II – sottolinea
Comblin – non ha saputo rispondere altro che con il “ritorno alla grande
disciplina”, venendo meno al compito di scoprire “quello che è realmente
rivelazione divina”, separandola dalle aggiunte posteriori.
Se è chiaro, infatti, che “il popolo
cristiano ha bisogno di istituzioni”, la sfida è capire se esse “aiutano
effettivamente ad introdurre il Vangelo nella vita”, è comprendere che esse
non sono definitive e irriformabili, ma, al contrario, “devono lasciar posto
ad altre espressioni istituzionali quando i tempi mutano”. E in questi tempi
mutati, la Chiesa, nei suoi rapporti con il mondo, al cui servizio fu posta
dal Vaticano II, è chiamata ad “esprimere la sua testimonianza in altro
modo”: non più tramite documenti e discorsi, tutti condannati
all’irrilevanza, ma attraverso “azioni profetiche di grande visibilità”. Una
sfida ben più difficile di un tempo, per i cristiani, “perchè il sistema è
molto forte, molto autoritario”. Per questo, se non si ha il coraggio di
formare laici che lottino contro una struttura più dura di quella
dell’Impero romano, non ci sarà presenza della Chiesa nel mondo, malgrado
tutti i testi e tutti i bei discorsi”.