Libero Pensiero 06/2007
LECITO IN ITALIA IL
TESTAMENTO BIOLOGICO
La Fondazione che porta il
mio nome, con il supporto di giuristi e di liberi pensatori, è in prima
linea nella campagna a favore del Testamento biologico. Ma il nostro
obiettivo è informare e rendere coscienti i cittadini circa le scelte a loro
disposizione e di creare una cultura dell’autodeterminazione del malato
nell’epoca di una nuova medicina dalle potenzialità amplificate. Il nostro
obiettivo non è certo quello di schierarsi contro chi non la pensa come noi,
a partire dalla Chiesa Cattolica.
E’ normale che ci sia
dibattito e non ci stupisce che i vescovi possano esprimere un parere
contrario, anzi è una reazione legittima e perfino scontata. Il principio
della sacralità della vita fa fatica a conciliarsi con quello della
responsabilità della vita. Sta però al Parlamento decidere se mantenere la
sua indipendenza intellettuale da questo parere oppure no.
Il vero problema nel nostro
Paese non sono i vescovi che dicono ciò che pensano sui problemi che
riguardano la comunità e la vita dell’uomo, ci mancherebbe che non lo
facessero; ma piuttosto coloro che hanno il dovere e la responsabilità di
fare le leggi, che rischiano di imporre i dettami di un credo anche ai
cittadini che non lo condividono.
In ogni caso la questione
legislativa non è fondamentale perchè fare il Testamento biologico è un atto
già consentito e accettato in Italia, grazie all’adesione del Paese alla
Convenzione di Oviedo e alla diffusione del consenso informato alle cure, di
cui il Testamento biologico è una naturale estensione.
Il caso della vicina
Germania è esemplare: non esiste una legge specifica su questo tema, ma, a
seguito dell’azione di un movimento popolare, in poco più di un anno sono
già otto milioni i cittadini che hanno spontaneamente compilato il loro
Testamento biologico.
Umberto
Veronesi