Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

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ARTICOLI

Libero Pensiero 06/2007

 

INCHIESTA SULLE SPECULAZIONI IMMOBILIARI DEL VATICANO

 

Una Chiesa costruita sulla pietra, ma anche sul mattone: è la conclusione cui è giunta un’inchiesta del settimanale Il Mondo, curata da Sandro Orlando, che indaga sulla svolta “immobiliarista” del Vaticano. In Curia, infatti, da qualche anno a questa parte si è diffusa una nuova consapevolezza del valore nascosto dell’immenso patrimonio immobiliare della Chiesa: conventi, collegi, seminari dismessi, insieme a migliaia di appartamenti, terreni, palazzi, spesso in zone di pregio, che ogni anno arrivano sotto forma di donazioni. Le proprietà riconducibili alla Chiesa cattolica, ovvero quelle direttamente o indirettamente della Santa Sede insieme a quelle di Diocesi, Capitoli, Ordini e Confraternite, supera un quinto dell’intero patrimonio immobiliare italiano; a Roma, con ogni probabilità, la percentuale è molto più alta.

Da quando, nel 2002, alla guida dell’APSA (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica) è arrivato il card. Attilio Nicora, il Vaticano ha iniziato a guardare con occhi nuovi al suo patrimonio immobiliare: non più una tentacolare e paziente opera di accumulazione, ma speculazioni immobiliari e finanziarie, a volte dai contorni poco chiari, che hanno però contribuito a tenere a galla i bilanci del Vaticano. I 47 milioni di euro incassati tra 2004 e 2005 da ristrutturazioni, razionalizzazioni e messe a reddito delle proprietà APSA, hanno permesso di coprire le perdite costanti del quotidiano Osservatore Romano e di Radio Vaticana e di chiudere i bilanci in attivo.

Le proprietà dell’APSA ammontano ufficialmente a pochi milioni di euro, ma si tratta di una stima largamente per difetto perchè le proprietà sono iscritte a bilancio secondo il loro valore storico e al catasto vengono registrate come abitazioni “popolari” o “ultrapopolari” edifici in pieno centro storico di Roma. Qualche esempio? Sono di società riconducibili all’APSA gli edifici che ospitano la Direzione Generale Antimafia e alcuni uffici del Ministero dell’Interno. Ma il vero potere dell’APSA non sta nelle sue proprietà ma nel “potere di indirizzo enorme” sul patrimonio degli oltre 30mila enti religiosi attivi in Italia. Solo a Roma, Il Mondo elenca “400 istituti di suore, 300 parrocchie, 250 scuole cattoliche, 200 chiese non parrocchiali, 200 case generalizie, 90 istituti religiosi, 65 case di cura, 50 missioni, 43 collegi, 30 monasteri,20 case di riposo, altrettanti seminari, 18 ospedali, 16 conventi, 13 oratori, 10 confraternite, 6 ospizi”. E l’elenco potrebbe continuare a lungo tenendo conto degli immobili e dei terreni non religiosi: 20.000 nella sola Capitale.

Per far fruttare questo patrimonio il Vaticano e gli altri organismi ecclesiastici hanno cominciato a vendere, ma non a tutti: gli acquirenti degli immobili vaticani sono infatti un gruppo di intermediari relativamente ristretto e ben introdotto nei palazzi della Curia. Tra questi, un ruolo preminente sembrano avere l’unico superstite dei “furbetti del quartierino”, Giuseppe Statuto, che attraverso una serie di società a lui riconducibili (Il Mondo fa i nomi della Michele Amari, Bixio 15, Diemme Immobiliare, Derilca, Egis) ha rilevato numerosi immobili di pregio dismessi da ordini e conventi; e il Gruppo Re di Vincenzo Pugliesi e Francesco Alemani, che da una ventina d’anni offre servizi immobiliari e finanziari specializzati per ecclesiastici e ordini religiosi, con un giro di affari in crescita e forti legami con i gruppi bancari che contano anche in Spagna, Bilbao e Santander, a loro volta da sempre partner all’Opus Dei.

Il card. Nicora si è fatto le ossa nel mondo finanziario nel corso degli anni ’90, quando era assistente spirituale del gruppo milanese “Cultura, etica e finanza”. Nicora è anche molto legato all’altro “uomo forte” della finanza vaticana, il presidente dello IOR Angelo Caloia. E proprio lo IOR è protagonista di un’altra operazione poco chiara descritta dal settimanale: “Alcuni stabili della periferia nordest di Roma (...) sono stati apparentemente venduti alla Marine Investimenti Sud, una piccola Srl controllata dalla lussemburghese Longueville che a sua volta fa capo alla Neldom Company di Montevideo, Uruguay. Gli affitti, però, continuano a essere versati sugli stessi conti della banca del Vaticano”.

L’inchiesta presenta anche tre “casi di studio”: Loreto e le spericolate operazioni immobiliari ed economiche del ciellino mons. Giovanni Danzi; l’ascesa dei fratelli Follieri negli Stati Uniti e il boom edilizio di san Giovanni Rotondo, dove i frati cappuccini – contagiati dalla febbre del mattone dopo la canonizzazione di Padre Pio e la crescita esponenziale del numero dei pellegrini – sono stati commissariati dal Vaticano, che ha mandato mons. Domenico D’Ambrosio, arcivescovo di Manfredonia. I frati, infatti, erano rimasti invischiati in varie operazioni poco trasparenti, proprio mentre l’afflusso dei pellegrini è in drastica diminuzione e nel Gargano tira aria di crisi.

Alessandro Speciale (Adista)

 

  • Il 20% del patrimonio immobiliare italiano appartiene, direttamente o indirettamente alla Chiesa.
  • L’Istituto per le opere di religione gestisce circa 3 miliardi di euro ed ha lo status di Banca centrale per lo Stato della Città del Vaticano.
  • La quota dell’8 per mille dell’IRPEF ha trasferito alla S. Sede quasi 1000 milioni di euro.
  • La Finanziaria del 2006 ha esentato la Chiesa dall’imposta sugli immobili.
  • Gli enti ecclesiastici sono esentati dal pagamento di tasse e imposte, comprese quelle di successione e le donazioni.
  • Finanziamenti pubblici alla Chiesa: contributo di 6.586.912 euro al Fondo di previdenza del clero, buoni-scuola agli istituti cattolici, contributi agli Oratori, stipendi per cappellani militari ed ospedalieri, forniture idriche al Vaticano, contributi alle Università cattoliche, prebende alle emittenti radiotelevisive vaticane, ecc.

 

GLI ENTI RELIGIOSI DI ROMA CHE NON PAGANO L’ICI

400 Istituti di suore

300 Parrocchie che fanno capo alla CEI

250 Scuole cattoliche

200 Chiese non parrocchiali

200 Case Generalizie

90 Istiuti religiosi

55 Case di cura

50 Missioni

43 Collegi

30 Monasteri

20 Case di riposo

20 Seminari

18 Ospedali

16 Conventi

13 Oratori

10 Confraternite

6 Ospizi

N.B. Non esiste un censimento ufficiale di alberghi, residence, pensionati, ostelli, centri-vacanze, ristoranti, negozi, uffici, cinema, collegi non legati al culto, gestiti o dati in affitto da enti ecclesiastici. Tuttavia da molti anni pellegrini e turisti trovano ospitalità a pagamento in Collegi, Istituti religiosi, Istituti di suore e Case Generalizie nella capitale anche con la formula del bed and breakfast.

Gran parte del Centro storico di Roma appartiene alla Chiesa, compresi beni extra-territoriali: molti collegi e case generalizie, abitati ora da pochi religiosi, sono stati trasformati in alberghi a 4 stelle. Residence, pensionati di lusso.

Nel 2003 su circa 100 mila immobili appartenenti in Italia alla Chiesa, si contavano nel campo dell’istruzione 8.784 scuole, divise in 6.228 materne, 1.280 elementari, 1.136 secondarie e 135 universitarie o parauniversitarie, 5 grandi università oltre a 2.300 musei e biblioteche. Poi 4.712 centri di assistenza medica, suddivisi in 1.853 ospedali e case di cura, 10 grandi ospedali, nonché 111 ospedali di media dimensione, 1.669 centri di “difesa della vita e della famiglia”, 534 consultori familiari, 399 nidi d’infanzia, 136 ambulatori e dispensari e 111 ospedali, più 674 di altro genere. Il tutto per un valore globale di alcune centinaia di miliardi di euro. Infine 118 sedi vescovili, 12.314 parrocchie, quasi altrettanti oratori, 360 case generalizie di ordini religiosi, un migliaio di conventi maschili o femminili e 504 seminari.

Oltre agli attuali benefici fiscali sull’ICI, la Chiesa beneficia di circa 930 milioni di euro l’anno grazie all’8 per mille (dal 2007 c’è anche la novità dell’ulteriore 5 per mille). Vanno poi aggiunte le donazioni liberali dei contribuenti a favore della Chiesa, detraibili dalle denunce dei redditi fino a circa 1.000 euro, nonché l’esenzione totale sui lasciti testamentari di beni mobili e immobili da parte dei fedeli.

In base ai Patti Lateranensi sono esenti da IRPEF gli stipendi dei dipendenti della Santa Sede e le loro pensioni. Per la Chiesa sono poi previsti sconti sull’imposta IRES, nonché esenzioni IVA sul gas metano e anche sulla fornitura dell’acqua, tanto che è ancora aperto un contenzioso di circa 30 milioni di euro con l’ACEA.

Il mancato introito delle imposte sugli immobili di Enti ecclesiastici destinati ad attività commerciali ammonta a circa un miliardo di euro, creando un buco nelle casse dei Comuni e dello Stato.

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