Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

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ARTICOLI

Libero Pensiero 06/2007

 

MONTELLA: IL MONUMENTO A GIORDANO BRUNO

Quanti sono stati i martiri della libertà di pensiero? Il sangue di Ferdinando Cianciulli e di Corrado Lucani è servito davvero a smantellare pregiudizi e luoghi comuni, favorendo la strada verso il progresso? Perchè a dieci anni di distanza il Comune di Montella non riesce ancora a ricollocare al suo posto la statua dedicata a quel simbolo del libero pensiero che è stato Giordano Bruno? E’ ancora troppo scomodo il filosofo nolano con il suo patrimonio ricchissimo di scienza e magia?

Il monumento di Montella fu realizzato in bronzo da Carmine Sica, scultore di Torella dei Lombardi, allievo presso l’Accademia di Napoli, mentre il basamento in pietra fu scolpito da Rocco e Federico Pisiri.

Proprio sul basamento in pietra campeggia l’epigrafe dettata dal filosofo Roberto Ardigò “Rivelatore impavido delle verità nuove, ferocemente immolato dal pregiudizio insano di tristi tempi, l’età per lui rinnovellata pone vendicatrice e consacra – 9 agosto 1912”. Un omaggio, dunque, ad un uomo capace di precorrere i tempi e di rivelare verità che solo i posteri avrebbero compreso fino in fondo.

Il piccolo monumento fu collocato nello spazio antistante il palazzo di Domenico Fusco. La sorte del monumento fu, però, segnata il 9 ottobre 1995, dall’abbattimento del piccolo palazzo. Da allora il busto non è più tornato al suo posto. Già nel 1909, tuttavia, l’inaugurazione del monumento era stata accompagnata da difficoltà burocratiche e da una vera e propria campagna denigratoria nei confronti nel filosofo nolano, accusato addirittura dell’epidemia di vaiolo che uccise numerosi montellesi. Non mancò la pubblicazione di versi e libelli contro Bruno, che faceva ancora paura alla Chiesa. Fu il sacerdote Salvatore Palatucci a distribuire tra i fedeli libelli per distogliere i giovani dall’abbracciare le dottrine bruniane, quelle che sembravano, a distanza di secoli, ancora espressione di una pericolosa eresia.

Uno dei componimenti si intitolava “A Giordano Bruno”. Il filosofo nolano viene descritto come un frate impuro, ribelle nei confronti di Cristo, capace di sedurre i giovani e portarli alla perdizione: “Povera gioventù nel fiore bello della vita. Un frate strano, impuro che trasse l’arte di trescar nel bordello con uno stile sciamato e scuro – che a Dio nemico a ogni poter ribello – a Cristo visse e la virtù spergiura – or t’additano quasi alto modello – per maturarti a un avvenir sicuro – se qualche vecchio sudicio l’adora – alla sua specie ogni anima s’accoppia – ma nel vedere che il tuo valor si stroppia o mal sedotta gioventù deplora – per sacro sdegno ogni alma onesta e scoppia”.

Felice Storti

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