Libero Pensiero 03/2007
SULLO SCHERMO
DOCUMENTARIO SULLA PEDOFILIA
Il documentario americano “Deliver us from evil” (liberaci dal male),
vincitore del Festival del documentario di Los Angeles 2006, non lo vedremo
forse mai sui nostri schermi.
La scena iniziale si apre con la cinepresa che segue un signore di circa 60
anni nel suo lento passeggiare tra le strade di Dublino. Si ferma ad
osservare alcuni bambini che giocano in un prato e sospira. È padre Oliver
O’Grady, probabilmente il più famoso dei preti pedofili, più di cento
vittime di abusi tra bambine e bambini inclusa una infante di 9 mesi.
Sembrerebbe un film d’orrore, invece è pura realtà: padre Oliver O’Grady
vive libero con la pensione offertagli dalla sua diocesi di Stockton in
California, per personale intercessione del suo vescovo, l’attuale cardinale
Mahoney.
Il documentario “Delivery us from evil” diretto dalla regista Amy Berg,
presenta dinnanzi alla macchina da presa lo stesso O’Grady, ne ha registrato
le parole, misurato i movimenti, nell’intento di mostrare che il prete è un
semplice malato… i veri colpevoli sono altrove.
Con una ricostruzione minuziosa, aiutata da tre delle vittime Ann, Nancy
e Adam, il film evoca episodi orribili di bimbi sodomizzati e di bambine
violentate.
Le lettere mostrano che la curia di Stockton era a conoscenza degli
avvenimenti fin dal 1973 e non fece nulla per porvi rimedio se non
trasferire il prete pedofilo da una parrocchia all’altra.
La pellicola traccia con dettaglio il percorso criminale del prete
pedofilo, dal suo inizio fino ai suoi giorni irlandesi. Ne descrive la
tecnica: farsi invitare alla casa di una famiglia devota per cena e poi
vista l’ora tarda, l’invito a dormire nella casa stessa, considerato una
benedizione divina, l’attesa e il veloce intrufolarsi nel lettino della
bambina. In barba alla fiducia e alla devozione della famiglia.
Per abusare del piccolo Adam, il prete iniziò una relazione con la madre
del bambino. Un poliziotto, frequentatore della parrocchia, insospettito,
indagò e fece una terribile scoperta. Tutti sapevano ma nessuno parlava.
Una delle scene più strazianti è quella del padre di Ann Jyono abusata
dal sacerdote all’età di 5 anni fino a 12. Le lacrime gli scendono copiose
quando confessa di aver rifiutato la sua fede religiosa e ora vive con un
senso di colpa per avere aperto la porta a quel prete mostro e avergli
consegnato sua figlia.
Il documentario si chiude con le immagini di due ragazze, aiutate
dall’ex-sacerdote e avvocato canonico, reverendo Thomas Doyle, cacciate in
malo modo dal Vaticano, ove chiedevano conforto da parte di quella che un
tempo era stata la loro Chiesa.
website del documentario